Giovani Confindustria a Renzi, fiducia ma a tempo

SANTA MARGHERITA LIGURE. – La fiducia al governo Renzi c’è ma “si misurerà sulla capacità di rispettare gli impegni”: è “una fiducia a tempo determinato”. I giovani imprenditori di Confindustria, riuniti per il tradizionale appuntamento di Santa Margherita ligure, con il nuovo presidente Marco Gay incalzano l’esecutivo perché finalmente si facciano quelle riforme strutturali di cui il Paese, “stremato dalla crisi”, ha bisogno; chiedono sì “la svolta buona”, che però può essere tale “solo con le imprese”. Con Confindustria, replica dal convegno il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, “stiamo lavorando insieme. C’è un dialogo ed un confronto aperto” ed il governo ha già dato le prime risposte, ad esempio “con la riduzione del 10% dell’Irap”. I giovani di Confindustria si schierano contro chi corrompe, ricalcando così la posizione del presidente di viale dell’Astronomia, Giorgio Squinzi, e tornando a rimarcare la grande opportunità dell’Expo che non si può “sfregiare”, ma anche contro chi abbandona l’Italia. Puntano il dito contro quelle imprese che producono utili e delocalizzano non per “sopravvivere”, ma solo “alla ricerca di manodopera sempre più sottopagata”: in entrambi i casi, dice Gay, devono andare “fuori da Confindustria”. Al contempo, chi se ne è andato si impegni “a tornare” e su questo lo Stato deve essere un “alleato” nel facilitare il rientro delle produzioni andate all’estero. Di qui la proposta che, invece dello scudo fiscale, si metta in campo “uno scudo industriale”. Che significa pensare “ad un vantaggio fiscale non inferiore al 50% totale del costo del lavoro per 3 anni per le assunzioni a tempo indeterminato figlie del rimpatrio di insediamenti produttivi” e “ad una riduzione temporanea delle tasse sui profitti rimpatriati fino al 5% se le aziende beneficiarie riportano in Italia la sede legale assumendo nuovi dipendenti”. Rilancia la politica industriale e parla del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, loro ex presidente, apprezzando il “buon inizio” ma indicando la necessità di un progetto “decennale”. Di certo, è la posizione dei giovani di Confindustria, è il momento di mettere fine al rigore e puntare sullo sviluppo, per tornare a crescere (anche con la “guerra del 3%”). “L’Italia ha un governo a cui gli italiani hanno chiesto di non perdere neanche un minuto”, dice Gay parlando alla platea: “Ha un presidente del consiglio di 39 anni che ha ricevuto l’investitura elettorale più significativa d’Europa”. Si rivolge direttamente al premier, portando il messaggio degli industriali under-40 al capo di governo under-40. “Noi giovani imprenditori siamo qui per dire: presidente Renzi, lavoriamo uniti. Abbiamo responsabilità distinte”, ma obiettivi comuni. Puntualizza che gli imprenditori non sono “una palude né zanzare. Se pungiamo è per stimolare le istituzioni a fare meglio”. Perché “presidente Renzi noi siamo un pezzo di quel giorno nuovo che può iniziare”. Gay affronta anche la questione del lavoro, delle sue regole e della situazione dei giovani, per descrivere la quale richiama vecchie glorie del ciclismo e del calcio. Oggi per i giovani “parlare di un contratto a tempo indeterminato è come parlare di Coppi e Bartali, di Rivera e Mazzola: non hanno idea di che cosa si tratti”, perché “il 50%” di loro ha un contratto a tempo determinato. Perché “7 assunzioni su 10 nel 2013 sono avvenute senza art.18”. Chiede di “semplificare il più possibile” la “giungla” delle forme contrattuali, nel privato come nel pubblico e di farlo entro il 2014. Non risparmia un accenno a Silvio Berlusconi e alla sua promessa di creare un milione di posti, lanciando la sfida degli imprenditori: “Se ciascuno di noi incubasse o contribuisse alla creazione anche solo di una start up in poco tempo avremmo 10mila nuove imprese”, significa “molto più di un milione di posti di lavoro”.(dell’inviata Barbara Marchegiani/ANSA)

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