Per lo spirito: la musica del barocco italiano conquista Caracas

CARACAS – Il 31 maggio ed il primo giugno, la chiesa San José del Ávila è stato lo spazio in cui musicisti e coristi si sono riuniti per interpretare un repertorio ricchissimo dedicato al barocco italiano in occasione della Festa della Repubblica.

I concerti sono stati organizzati dall’Ambasciata d’Italia, il Consolato Generale d’Italia, l’Istituto Italiano di Cultura di Caracas e la Fondazione Camerata di Caracas e sono stati diretti dalla bacchetta della Maestra Isabel Palacios. Quest’ultima si è dedicata nel corso della sua carriera a sviluppare il talento di gruppi artistici

Al centro della kermesse, le opere dei celebri compositori italiani legati alla città di Venezia: Claudio Monteverdi, Antonio Caldara e Antonio Vivaldi.

Sommerso nella pace e con un pubblico ipnotizzato dalla bellezza e dall’atmosfera avvolgente dell’edificio ecclesiastico, l’Exultent Caeli di Monteverdi per soli, coro ed orchestra ha dato inizio al repertorio.

In seguito, l’orchestra e la Camerata Barocca hanno interpretato il Beatus Vir, titolo in latino del Salmo 111; usato fino al Concilio Vaticano II come uno dei cinque salmi dei vespri delle solennità e delle domeniche.

Lo Stabat Mater di Antonio Caldara, oppure il “musico di violoncello veneto” come lo ha definito il frontespizio della sua Operaprima nel 1693, è una preghiera sulla Passione di Cristo che ha incantato la platea per le sue melodie dolcissime e commoventi.

Nel programma, il Credo per coro ed orchestra di Vivaldi, aperitivo al brano successivo: il magnifico ed immancabile Gloria in re Maggiore, composto da 12 pezzi. Quest’opera, scritta per orchestra, soli (soprano e contralto) e coro a quattro voci miste (soprani, alti, tenori e bassi), è il più popolare lavoro sacro di Vivaldi (anche se l’artista era conosciuto per aver musicato almeno tre Gloria) ed ha deliziato veramente gli spettatori.

Due serate indimmenticabili conclusesi con il Miserere mei, Deus di Gregorio Allegri,un’opera a cappella  basata sul salmo 51 (50) della Bibbia, composto probabilmente intorno al 1630 durante il pontificato di Urbano VIII, da eseguire a luci spente nella Cappella Sistina durante il mattutino come parte del servizio delle tenebre della Settimana Santa. In quel periodo c’erano soltanto tre coppie autorizzate fuori la Capella Sistina prima del 1770. Il quatordicenne Wolfang Amadeus Mozart è stato l’unico a riprodurlo e trascriverlo a memoria dopo ascoltarlo durante il servizio del Mercoledì Santo, in visita a Roma.

Il pubblico euforico ha acclamato, alla fine del concerto, tutti i cantanti ed i musicisti. La musica del Barocco italiano ha incantato  tutti coloro che hanno avuto la fortuna di essere presenti. (Arianna Pagano/Voce)

 

 

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