Il Brasile tra torcida e proteste, il Mondiale è qui

MANGARATIBA (RIO DE JANEIRO),. – ”Buona fortuna Olanda, ma non troppo”. Tra proteste e torcida, il Mondiale sta arrivando. Lo ricorda alle 31 avversarie del Brasile il messaggio col quale il pilota ha salutato la nazionale orange allo sbarco a Rio, mentre il suo aereo volteggiava sopra il Cristo del Corcovado avvolto di luminarie verdeoro. Mentre San Paolo si blocca per uno sciopero della metropolitana che provoca 251 chilometri di code e altrettanti di preoccupazioni ai vertici della Fifa, da Ipanema a Barra di Tijuca la città carioca si veste dei colori della Coppa del Mondo, quelli della nazionale di Scolari sopra di tutti. Appena sei giorni, e sarà il calcio d’inizio al torneo che una nazione intera attende per dimenticare il Maracanazo, la finale persa nel ’50 con l’Uruguay. Il fantasma di oggi si chiama Argentina, perchè come dice Franco, italiano da 25 anni in questa terra e curatore di una squadra di bambini nelle favelas, ‘i brasiliani amano odiare gli argentini, e gli argentini odiano amare i brasiliani’. Il binomio Brasile e pallone ha però stupito ancora una volta il mondo. Tutti erano certi che qui il futebol sarebbe tornato a casa, coccolato e venerato, e invece è proprio dalla gente che arriva la protesta contro gli sprechi. Esattamente come un anno fa in Confederations. Ancora oggi, mentre nello stadio Morumbi la torcida si colorava il viso di verdeoro per seguire la Selecao nell’ultimo test contro la Serbia, fuori dallo stadio la protesta divampava. Considerati i ritardi nel completamento dello stadio dell’inaugurazione, quello di Brasile-Croazia, l’allarme dei mesi scorsi resta intatto. Anzi rafforzato. Intanto in Brasile oggi sono sbarcate, oltre all’Olanda, Bosnia, Cile e Italia. Balotelli ha subito postato il video del suo Brasile. ”Appena atterrati, immagini di Rio”, il titolo a una panoramica sulla chilometrica sequenza di case diroccate o baracche lungo Avenida do Brasil, l’arteria che taglia in due Rio e porta verso il ritiro di Mangaratiba. Il traffico congestionato è ordinaria amministrazione, l’Italia è fuggita per questo 80 chilometri a sud della megalapoli. Dove invece alloggia l’Olanda. Fuori dal suo stadio, sulla spiaggia di Ipanema, tanti tifosi. Nei prossimi giorni, i ragazzi di Van Gaal usciranno a godersi un po’ di sabbia dorata. Intanto il torneo perde un altro protagonista di primo piano, dopo Strootman, Falcao e tanti altri. Ribery getta la spugna, colpa dei dolori alla schiena. Non c’è più tempo per rimpianti. Sono una ventina i capi di stato o leader politici attesi per la Coppa, da Biden a Putin, passando per la cancelliera Angela Merkel. La lunga lista comprende anche il segretario generale Ban Ki Moon. ”Speriamo che le proteste non pesino sul torneo – la considerazione di Prandelli – Tutti leggiamo del disagio sociale, ma la speranza è che l’emozione del calcio diano sollievo per qualche giorno”. Intanto il Brasile incanta la sua torcida, battendo la Serbia 1-0 con un gol di Fred, la Germania dilaga con l’Armenia 6-1. Il Mondiale è davvero qui, alle porte.

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