Mondiali: il boom di Ciro il Grande, Immobile: “Ci credo”

MANGARATIBA (RIO DE JANEIRO). – L’importanza di chiamarsi Ciro: mentre quello dalla faccia sporca con le sue nefandezze cerca di conquistare Napoli in Gomorra, quello dal volto pulito a suon di prodezze ci prova molto più in grande, con il mondo. L’uomo del giorno nel calcio azzurro, ovvero Ciro Immobile, incassa i complimenti del suo ”omonimo” cattivo, l’attore Marco D’Amore (“l’attaccante azzurro è la Campania vera, il Bene: quelli come lui possono cambiare gli eventi”) e si gode il momento. Diecimila “like” in mezz’ora sui suoi social network, milioni di “mi piace” davanti al televisore nonostante le immagini intermittenti. E’ bastata una notte magica, lui che quelle cantate dalla Nannini e Bennato non le ha vissute essendo nato proprio nel 1990, a convincere tanti che e’ lui la soluzione ai problemi azzurri. Cesare Prandelli gli ha dato un’investitura alla vigilia della partenza per il Brasile: ”Ciro Immobile può essere il nostro Schillaci”. Oggi ha un po’ frenato: “tutto e’ possibile, anche una coppia Balotelli-Immobile all’esordio contro gli inglesi. Pero’ con il nostro centrocampo e’ tatticamente complicato”. Immobile tuttavia ci crede, grazie alla forza dei gol. Fa nulla se la tripletta contro il Fluminense non andrà agli annali perchè non realizzata in partita ufficiale. ”Contano, contano eccome questi gol: per un attaccante contano sempre”, dice orgoglioso dopo il suo exploit di Volta Redonda. ”Balotelli non è una schiappa, il titolare è lui -aggiunge- ha segnato gol decisivi per portare l’Italia al Mondiale. Ma io ho fiducia in me stesso, e penso proprio di poter giocare anche in coppia con Mario. Basta che Prandelli mi chiami, io sono pronto”. Nato pronto, si direbbe, così come dimostrato di fronte all’offerta di andare in Bundesliga: ”Pentito di aver lasciato il campionato italiano per il Borussia Dortmund? No, davvero: quelli sono treni che passano una volta, nella vita”, dice con la faccia da scugnizzo del gol. I tre gol al Fluminense hanno ribadito che il titolo da capocannoniere della serie A non è arrivato solo per una stagione particolare. ”Io ho sempre avuto molta fiducia nei miei mezzi, e la tripletta me ne regala ancora di più: ma non sono stato capocannoniere per caso. Mi sento in gran forma nonostante si sia al termine della stagione: merito del Torino e dei preparatori della nazionale, qui hanno un programma personalizzato per ciascun giocatore. Come e dove gioco io lo sapete tutti, lo sa anche Prandelli: secondo me posso convivere con Balotelli” Intanto ha dimostrato di poter convivere con Insigne: ”L’intesa tra lui e me – spiega l’ala del Napoli – viene naturale, dopo gli anni di Pescara insieme. Anche se sono due anni che non giocavamo insieme”. Insigne è un altro di quei giocatori decisi a convincere Prandelli a cambiare idea. ”Io sono qui al primo Mondiale a 23 anni, e altro che 4-3-3: gioco anche in porta – il messaggio – E poi già nel Napoli lo scorso campionato mi sono abituato a tornare a centrocampo e anche in difesa”. Chi proprio dall’attacco non vuole muoversi è Immobile, specie ora che i gol gli danno ragione. ”Se penso a una maglia da titolare qui in Brasile? Non solo da ieri: lo faccio da sempre, ci credo”. Ciro dalla faccia pulita, la Campania del Bene, ne e’ sicuro: a suon di prodezze e soprattutto scansando le nefandezze, si conquista il mondo. (dall’inviato Piercarlo Presutti/ANSA)

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