Padoan, apertura credito Usa, possibile circolo virtuoso

NEW YORK. – Dagli Stati Uniti c’è “una forte apertura di credito nei nostri confronti”, “c’e’ fiducia nell’Italia e interesse e attenzione al nostro Paese come luogo di investimenti e di grande potenzialita’”. E’ piu’ che positivo il bilancio della missione negli Usa di Pier Carlo Padoan: “Il governo e’ cosciente di questo che rappresenta uno sprone per andare avanti con le riforme” E che il clima sia cambiato il ministro dell’economia lo sottolinea piu’ volte nel suo incontro con i giornalisti a New York, spiegando come adesso in Italia ci sia “un governo stabile e forte”. E diversamente non potrebbe essere – afferma – dopo l’esito delle ultime elezioni. Ci sono tutti i presupposti – e’ il messaggio inviato agli interlocutori americani – per avviare nel nostro Paese “un circolo virtuoso”. A patto che si vada avanti con le misure per la crescita e l’occupazione. Ma non solo, anche con le riforme istituzionali e le privatizzazioni. L’esecutivo Renzi su questo e’ determinato, come sulla necessita’ – ha assicurato Padoan – di “andare avanti nella lotta alla corruzione ovunque si celi”. Anche nella Guardia di Finanza, con la notizia della bufera sui vertici (“una notizia che mi addolora”, dice) che arriva proprio mentre il ministro e’ impegnato in una serie di incontri con gli invesitori di Wall Street, fra i quali il numero uno di BlackRock, Larry Fink,dopo che ieri aveva visto il gruppo di Warren Buffett. Investitori a cui presenta il programma della prossima presidenza italiana dell’Unione euoropea, le cui priorita’ sono proprio la crescita e l’occupazione. “Molti investitori americani vogliono tornare in Italia e altri vogliono rafforzare la loro presenza”, spiega Padoan che ha illustrato a tutti il piano di privatizzazioni dell’esecutivo, quello che fra il 2014 e il 2017 dovrebbe portare ad un aumento del Pil dello 0,7% annuo, compresa l’operazione che dovrebbe riguardare nel 2015 il 40% delle Ferrovie italiane. Da New York Padoan risponde anche a chi continua a esprimere scetticismo sulla ripresa dell’economia italiana: “Per ora le previsioni di crescita non cambiano, sono quelle del Def”, ma – assicura – “sul fatto che il governo Renzi non ce la farà invito a vedere cosa sarà’ successo nei prossimi sei mesi”, quando – aggiunge – “cominceranno a vedersi i segnali tangibili e sempre più forti della ripresa”. (Ugo Caltagirone e Serena Di Ronza/ANSA)

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