Berlinguer 30 anni dopo, la sinistra lo ricorda commossa

ROMA. – 11 giugno 1984: moriva a Padova lo storico leader del Pci Enrico Berlinguer. E oggi, trent’anni dopo, sono in molti a ricordarlo e a riportare in auge la figura storica della sinistra italiana. D’altronde, mai come in questi giorni i temi cari a Berlinguer sono d’attualità. La questione morale, prima di tutto. Proprio su questo si è concentrata l’attenzione del presidente del Senato, Pietro Grasso, che chiede “una riscossa civica all’insegna dell’onestà alla cui testa si ponga la politica per riappropriarsi del bene comune”. E per onorare Berlinguer, secondo Grasso, si dovrebbe “chiudere l’iter di una nuova e più completa legge sulla corruzione”. Lo storico segretario del Pci, con il quale il Partito Comunista ha raggiunto il suo massimo storico di voti alle elezioni politiche del 1976 (34,4%), viene ricordato non solo da Grasso (che parla di un “gigante della nostra storia”), ma anche da tanti altri protagonisti della politica di oggi. Come Dario Ginefra, deputato Pd, che racconta come sia stato Berlinguer a farlo “innamorare della politica”. O, ancora, Nichi Vendola, che ringrazia il leader comunista: “Berlinguer: la questione morale, il si alla pace, le lotte a fianco degli operai. Grazie”. E, ancora, Vannino Chiti e Roberto Speranza sottolineano la “politica alta” di cui il leader del Pci è stato protagonista. Un ricordo arriva anche da D’Alema, Veltroni, Occhetto e dal ministro Orlando, oltre che dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, che definisce Berlinguer come un “modello di rigore morale e di capacità innovativa”. Anche dai vertici europei non mancano attestati di stima. Martin Schulz, del Pse, commenta: “Le idee, il coraggio e l’alta politica di Berlinguer hanno ispirato la sinistra in Italia ed Europa”. In questi giorni molte sono state anche le iniziative in onore del protagonista del ‘compromesso storico’ e dell’eurocomunismo: il giornale L’Unità gli ha dedicato un inserto speciale, i deputati del Pd hanno organizzato una mostra per “disegnare” il personaggio Berlinguer e il comune di Rieti ha deciso di dedicargli una piazza. Ancora più significativa è stata la decisione del comune di Roma che oggi ha intitolato a Berlinguer un largo a pochi passi da via delle Botteghe Oscure, storica sede del Pci. Non senza polemiche: alla cerimonia era presente anche FdI-An. E poco dopo sono arrivate la mozione del partito e la lettera aperta di Giorgia Meloni al sindaco Marino, che chiedono una sorta di ‘par condicio’ nella toponomastica capitolina: “Condividiamo l’omaggio a Berlinguer, ma chiediamo lo stesso riconoscimento per Giorgio Almirante, di cui ricorrerà il centenario della nascita a breve”. Non sono mancati, inoltre, commenti meno entusiastici nei confronti dell’ex segretario del Pci. Se Maurizio Lupi, ministro del Ncd, si è limitato a dire che “la sua figura non appartiene” alla storia del centrodestra, molto più critico è stato il consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti, che ieri ha parlato di Berlinguer come di un “leader politico che ha sbagliato quasi tutto” e che “non mi convince” neppure sulla questione morale. “Se il paese normale fosse stato quello che voleva lui si starebbe molto peggio”, ha concluso Toti.

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