Immigrazione: Governo, Mare Nostrum continua

ROMA. – Mare nostrum continua, “ne siamo fieri”, ma “va migliorata e superata, nel senso di renderla pienamente europea e non più una missione emergenziale”. La posizione del Governo, espressa in Aula dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, è passata oggi al Senato, che ha detto sì alle mozioni di maggioranza e M5S. Bocciate, invece, quelle di Fi e Lega Nord che chiedevano lo stop dell’operazione. Da parte sua, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha telefonato al commissario europeo uscente agli Affari Interni, Cecilia Malmstrom, per rappresentarle la “necessità di una exit strategy da Mare Nostrum, che preveda tempi e scadenze certi, in un’auspicabile collaborazione con l’Unione Europea”. C’era fibrillazione, in mattinata al Senato, dopo che ieri anche dalla maggioranza era arrivata la richiesta di trovare una via d’uscita da Mare Nostrum. Delrio accoglie le lamentele sulla missione, che costa 9 milioni e mezzo di euro al mese, ma di fermarla non se ne parla. “Non ci vergogniamo di Mare Nostrum – scandisce il sottosegretario – che ha permesso di soccorrere 39mila migranti, ma ne andiamo fieri, come ha ricordato ieri il presidente della Repubblica. Il parere del Governo è quindi fortemente contrario alle mozioni che chiedono la sospensione”. La missione, tuttavia, deve uscire dalla logica emergenziale ed essere guidata dall’Unione Europa. Su questo, spiega Delrio, “il Governo è assolutamente concorde con molti degli elementi emersi nelle mozioni”. E sul dossier immigrazione, annuncia il braccio destro del premier Matteo Renzi, l’Italia assumerà “un’iniziativa forte” durante il semestre di presidenza europea. “Abbiamo bisogno – sostiene – di rafforzare e rilanciare il ruolo dell’Agenzia Frontex, la cui sede, o una delle sedi, va ospitata qui”. Inoltre, aggiunge, “siamo assolutamente concordi sul fatto che vada revisionata la Convenzione di Dublino e che si debba permettere al richiedente asilo o rifugiato (l’80% di quelli che arrivano) di spostarsi all’interno dell’Europa secondo la propria volontà”. Sul fronte accoglienza, oggi era previsto l’ok della Conferenza Unificata al Piano messo a punto col Viminale, che prevedeva di attivare tre grandi centri di prima accoglienza in Sicilia, Calabria e Puglia, 10 ‘hub’ regionali dove trasferire chi fa richiesta di asilo ed il potenziamento dei posti posti Sprar (Sistema accoglienza richiedenti asilo) distribuiti equamente sul territorio nazionale. Il costo del piano è di circa 15 milioni di euro. Ma nel corso delle riunione di oggi c’è stata una fumata nera. Ci sono tre ministeri coinvolti, Interno, Esteri e Difesa, il nodo delle risorse da sciogliere, posizioni diverse da conciliare. All’inizio della prossima settimana dovrebbe così esserci un incontro a Palazzo Chigi e giovedì l’esame del testo in Conferenza Unificata. (Massimo Nesticò/ANSA)

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