Patto di Renzi con Berlusconi. Contatti telefonici tra i due leader

ROMA. – Matteo Renzi lascia che le ‘diplomazie’ lavorino per avvicinare il più possibile le posizioni, risolvere tecnicismi, trovare soluzioni per sciogliere i nodi politici. “Questa è la settimana decisiva”, ha detto lunedì. Per questo ha convocato un vertice con il Pd per definire i dettagli della proposta finale da presentare all’altro contraente del ‘patto del Nazareno’, Silvio Berlusconi, che attende un segnale. Fonti di Forza Italia riferiscono che ci sarebbe stata due giorni fa una telefonata tra il Cavaliere e il premier, da Palazzo Chigi non confermano e non smentiscono. Di sicuro, sono molto intensi da giorni i contatti tra il capogruppo FI al Senato Paolo Romani e il ministro Maria Elena Boschi. Solo quando si saranno trovate soluzioni convincenti per le questioni ancora sul tavolo, a partire da quella dell’elezione dei senatori, Berlusconi incontrerà Renzi per, spiega ai suoi interlocutori, “percorrere insieme l’ultimo miglio”. Il Cavaliere si mostra determinato tanto quanto il leader del Pd a tenere in piedi il patto del Nazareno: andiamo avanti io e te, non ti fidare di Grillo, è il segnale che ha fatto arrivare a Renzi. Un incontro e un tentativo di instaurare un dialogo tra il Pd e il M5S ci sarà, probabilmente mercoledì prossimo. Ma l’apertura dei 5 Stelle sulla legge elettorale non sembra in grado di interrompere il dialogo con il premier né di modificare la tabella di marcia: prima le riforme costituzionali, poi la legge elettorale. L’ultima ‘road map’ ipotizza l’inizio delle votazioni in commissione sul ddl del governo al massimo martedì prossimo. Del resto, dopo le sostituzioni di Mauro e Mineo, Renzi ha in mano una maggioranza di 15 senatori contro 14 delle opposizioni. Anche se l’intento è incassare fin dalla commissione i sì anche di FI e Lega. Per mettere a punto ogni dettaglio, per calcolare la distanza dagli interlocutori su ogni singola norma prima della trattativa finale, il premier convoca alle sette di sera a Palazzo Chigi tutti gli esponenti del Pd che, ciascuno nel proprio ruolo, stanno conducendo i lavori sulle riforme. C’è il governo in forze, con il ministro Boschi e il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti, e i sottosegretari alla presidenza Delrio e Lotti. Ci sono i capigruppo di Senato e Camera Zanda e Speranza e i vicesegretari Guerini e Serracchiani, incaricati di tenere le fila del Pd, a partire dai ‘dissidenti’. Ci sono per i Comuni Piero Fassino e per le Regioni Vasco Errani, sul tema del titolo V. C’è Anna Finocchiaro, che firmerà gli emendamenti. Domattina Berlusconi terrà una conferenza stampa sul presidenzialismo. E sul quel tema, spiegano i suoi, si aspetta da Palazzo Chigi un segnale, un’apertura per il futuro. Intanto, si aspetta di ottenere qualcosa sulle riforme già in cantiere per andare a chiudere. Magari già questa settimana: giovedì era in programma una riunione con i coordinatori regionali di FI ma è stata annullata. Il Cav, raccontano, si tiene libera l’agenda, nel caso giungesse il momento di vedersi con il premier. (Serenella Mattera/ANSA)

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