Ucraina: uccisi due reporter russi. Esplode un gasdotto

MOSCA. – Il conflitto dell’Ucraina orientale si macchia del sangue di altri due giornalisti. Questo pomeriggio un colpo di mortaio ha ferito mortalmente il reporter della tv pubblica russa Rossyia 24 Igor Korneliuk, che e’ deceduto in ospedale a Lugansk durante il trasporto in sala operatoria. Mentre sembra sia morto sul colpo l’operatore video che era con lui, Anton Voloshin, di cui in serata l’ufficio stampa dell’autoproclamata repubblica di Lugansk ha detto che sono stati ritrovati i resti. E mentre a est si continua a combattere, a gettare altra benzina sulle gia’ infuocate relazioni bilaterali tra Mosca e Kiev e’ arrivata la misteriosa esplosione di un gasdotto che porta il metano russo dalla Siberia all’Unione europea. La deflagrazione e’ avvenuta nella regione di Poltava, nell’Ucraina centrale, quindi in una zona che non e’ teatro di combattimenti, e non e’ ancora chiaro cosa l’abbia provocata. Forse una depressurizzazione. Ma il governo di Kiev non esclude che si tratti di “un atto terroristico”, anzi, il ministro dell’Interno Arsen Avakov sostiene che la pista terroristica sia quella “chiave” e punta il dito contro il Cremlino scrivendo in un comunicato che “il sabotaggio” del gasdotto “e’ un ennesimo tentativo della Russia di screditare l’Ucraina come partner nel settore del gas”. L’esplosione ha fatto scoppiare un gigantesco incendio con fiamme alte fino a 200 metri, ma non ha causato vittime ne’ conseguenze sul flusso di gas verso l’Europa. Incidente o sabotaggio che sia, la deflagrazione arriva in un momento in cui Mosca e Kiev sono decisamente ai ferri corti, nonche’ all’indomani della chiusura dei rubinetti del gas russo all’Ucraina dopo il fallimento dei negoziati a tre sotto l’egida dell’Ue. E la decisione della Gazprom fa tremare anche l’Europa, che riceve attraverso i metanodotti ucraini meta’ del gas che compra da Mosca. A rendere la situazione ancora piu’ tesa ci sono le terribili morti del giornalista Korneliuk – che tra l’altro era di origine ucraina essendo nato nella regione di Zaporizhia, e che lascia una bimba di sette anni – e dell’operatore Voloshin, uccisi vicino a un posto di blocco dei separatisti nei pressi del villaggio di Metallist. E’ stato invece molto piu’ fortunato il cameraman che era con loro: Viktor Denisov, che e’ rimasto illeso perche’ al momento dell’esplosione si trovava a circa cento metri dagli altri due membri della troupe televisiva. La morte di Korneliuk e Voloshin – che arriva poche settimane dopo che il fotoreporter italiano Andrea Rocchelli e il cronista russo e attivista per i diritti umani Andrei Mironov hanno perso la vita in circostanze simili – e’ stata aspramente condannata dalla Russia. Il ministero degli Esteri di Mosca ha definito l’uccisione “un nuovo crimine delle forze armate ucraine” e ha chiesto a Kiev “un’indagine obiettiva”, ma anche che “i colpevoli siano severamente puniti”. Il premier Dmitri Medvedev ha poi rincarato la dose dichiarando che “ci sono dei responsabili” di quanto avvenuto e che “le sedicenti autorita’” ucraine “hanno il potere di fermare lo spargimento di sangue”. Nell’Ucraina dell’est intanto si continua a combattere, e da aprile, quando sono iniziati gli scontri, hanno perso la vita almeno 320 persone, di cui – secondo Kiev – 125 militari di Kiev. Oggi il leader ucraino Petro Poroshenko ha nominato inviato presidenziale per la risoluzione pacifica del conflitto la deputata Irina Gherashenko, ma nessuna delle parti in lotta sembra intenzionata a deporre le armi, e in serata il parlamento ucraino ha approvato una risoluzione per rinforzare le lacunose frontiere con la Russia, che Kiev accusa di armare i miliziani separatisti. (Giuseppe Agliastro/ANSA)

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