Sfida Berlusconi su presidenzialismo. Altolà Renzi, inopportuno

ROMA. – Renzi faccia sua la nostra proposta sul presidenzialismo. Silvio Berlusconi torna a Montecitorio per rilanciare uno dei cavalli di battaglia storici di Forza Italia: l’elezione diretta del presidente della Repubblica. Un’iniziativa su cui il Cavaliere punta per ridare smalto all’immagine del suo partito, ma soprattutto per ribadire al presidente del Consiglio la centralità di Forza Italia per le riforme. Il Cavaliere ripete più volte l’intenzione di voler rispettare l’accordo del Nazareno (“vogliamo le riforme, ma che siano delle buone riforme”), incalzando poi il premier proprio sul presidenzialismo. Una proposta però che il diretto interessato stoppa ancor prima che diventi oggetto di un dibattito: “ora – replica in serata Renzi – bisogna completare il percorso su cui c’e’ l’accordo: aprire la questione del presidenzialismo e’ inopportuno e intempestivo”. Era stato proprio il Cavaliere a tirare in mezzo il segretario del Pd ricordando che in entrambi gli incontri (prima al Narareno e poi a palazzo Chigi) si era accennato al tema dell’elezione diretta del presidente della Repubblica. Argomento che a sentire Berlusconi, trovava orecchie attente in Renzi. Mettere però altra carne sul fuoco non è interesse dell’inquilino di palazzo Chigi ora che si è al rush finale sulle riforme e dovendo poi riprendere in mano il dossier legge elettorale: “Siamo a un passo dalla chiusura, inutile infilarci in un dibattito sul presidenzialismo”, è stato il ragionamento fatto dal presidente del Consiglio con i suoi fedelissimi. Il niet di Renzi non dovrebbe però avere ricadute sul percorso delle riforme e sull’intenzione di Forza Italia di voler arrivare ad un’intesa. A sgombrare il campo dai dubbi ci aveva pensato lo stesso Cavaliere chiarendo che “l’impegno preso sul Titolo V, la legge elettorale e la riforma del Senato” non hanno nulla a che vedere con l’elezione diretta del Capo dello Stato, una ‘battaglia’ che Forza Italia insieme agli altri partiti di centrodestra ha intenzione di condurre con la raccolta di firme a partire dal primo settembre. L’obiettivo dell’ex premier infatti è quello di mantenere, proprio giocando la partita delle riforme, un canale di dialogo aperto con palazzo Chigi. Una data per il faccia a faccia con il leader Dem ancora non c’è ma non è assolutamente da escludersi in tempi brevi se gli sherpa (Paolo Romani e Maria Elena Boschi) non riusciranno a trovare un punto di caduta per superare il nodo della composizione di palazzo Madama su cui Fi non sembra disponibile ad accettare compromessi al ribasso. I toni distensivi sulle riforme, cambiano quando il Cavaliere spiega il perchè della ‘crociata’ per il presidenzialismo: “Il Capo dello Stato – osserva – è deciso dai partiti, in una stanza e spesso di notte quando le idee non sono chiarisse”. Parole dure, che si traducono in vero e proprio attacco a Giorgio Napolitano. Berlusconi non lo cita per nome e parla di “un presidente della Repubblica che è andato oltre le funzioni previste dalla Costituzione” producendo una “distorsione patologica di una democrazia parlamentare”. L’affondo più duro è poi per Beppe Grillo finito nel mirino dell’ex capo del governo anche nella campagna elettorale. Il giudizio non cambia, anzi il Cavaliere invita indirettamente anche Renzi a diffidare delle aperture di credito arrivate dai pentastellati: “Grillo ci fa paura e basta, non credo possa portare avanti un progetto serio”. (Yasmin Inangiray/ANSA)