Merkel avverte, il patto di stabilità non si tocca

BERLINO. – Nelle parole di Angela Merkel il governo tedesco ha fugato ogni equivoco ed è compatto: le regole non si toccano. Mentre con Roma si è assolutamente “uniti” sul fatto che all’Europa servano “crescita e occupazione”, rispettando però – è l’immancabile aggiunta – il patto di stabilità e crescita, che contiene già in sé la flessibilità necessaria a rilanciare i Paesi in crisi. A Berlino è assolutamente evidente, invece, che i movimenti dei socialdemocratici e le ultime proposte di Sigmar Gabriel abbiano generato non poca tensione nella Grosse Koalition. E se il vicecancelliere affida ai suoi portavoce una smentita sull’idea lanciata in Francia di detrarre i costi delle riforme dal calcolo del deficit, toni e contenuti di un’intervista rilasciata alla Bild hanno rilanciato alla grande speculazioni e polemiche sull’intesa fra Spd e Unione. L’impressione è che Gabriel faccia un po’ il gioco di chi tira la pietruzza per poi nascondere la mano. A Tolosa, dopo una chiara apertura ai Paesi del Sud Europa, è stato subito costretto a ritrattare davanti alla granitica posizione di Wolfgang Schaeuble. Oggi sulla Bild ha difeso il suo ragionamento a favore di Italia e Francia: “Ci vuole più onestà nel dibattito. Noi tedeschi oggi stiamo meglio di molti altri Stati perché con l’Agenda 2010 di Schroeder ci siamo imposti un duro programma di riforme. Ma anche allora abbiamo avuto bisogno di tempo per ridurre il debito”, ha detto alla Bild, che ha sottolineato il disegno di aiutare Parigi e Roma a procedere alle riforme in modo effettivo. Poche ore dopo la cancelliera ha sottolineato di aver parlato con il suo ministro: “Non c’è necessità di cambiare il patto di stabilità. Tutta la flessibilità di cui abbiamo bisogno per superare i problemi è già contenuta nell’attuale patto. Ho parlato stamani col ministro dell’Economia Sigmar Gabriel e siamo d’accordo, è la nostra convinzione comune”. Ed è stato poi il portavoce Steffen Seibert, in una conferenza stampa di governo incandescente che ha visto a tratti proprio le aspettative di Renzi al centro, a ribadire il pensiero del governo tedesco: Angela Merkel e Matteo Renzi, ha sostenuto “sono assolutamente uniti nella convinzione che all’Europa servano crescita e lavoro. E questo si può ottenere attraverso tre cose: la riduzione del deficit, le riforme e mantenendo fede a ciò che si è concordato. Perché è una questione di fiducia nell’Europa”. Tutti argomenti sui quali il ministero dell’Economia ha reagito allineandosi. Il Fiscal compact insomma non si tocca e la percezione che vi sia una novità nel linguaggio dei socialdemocratici al governo è appunto una percezione. Intanto però Spiegel on line parla di un “quartetto” pronto a colpire la cancelliera al prossimo vertice europeo: il problema non è solo convincere David Cameron ad accettare la candidatura di Juncker, è il ragionamento. “La situazione in Europa rischia di diventare ben più complicata &ndash scrive -: un quartetto di politici di spicco chiede ala cancelliera un cambio di passo. Vogliono risparmiare di meno. Dentro ci sono il presidente francese Francois Hollande, il premier italiano Matteo Rrnzi, Martin Schulz, e perfino il vicecancelliere Sigmar Gabriel”. (Rosanna Pugliese/ANSA)