Siria: Alfano, 30 combattenti italiani, 8 morti

ROMA. – Trenta ‘italiani’ sono andati in Siria a combattere: 8 sono morti. Tra di loro Giuliano Delnevo, convertitosi all’Islam, ucciso nel giugno dello scorso anno. Il dato lo fornisce il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, sottolineando che il fenomeno è “attentamente seguito” dalle forze di polizia. La minaccia dei cosiddetti ‘foreign fighters’ è da tempo all’attenzione di intelligence ed investigatori. Combattenti che partono dall’Italia verso teatri di guerra come quello siriano, acquisiscono un ‘know how’ in fatto di armi, si radicalizzano ulteriormente per poi tornare in Patria a fare proselitismo e compiere attentati. Stime di Europol indicano in circa 2.300 i giovani estremisti islamici che dai Paesi dell’Unione europea hanno raggiunto la Siria per unirsi alle diverse formazioni attive in quel conflitto. In Italia, ha spiegato Alfano, le indagini di settore condotte soprattutto in Lombardia ed Emilia-Romagna dimostrano che “i ‘reduci’ si avvalgono dell’esperienza operativa acquisita e del carisma di ex combattenti per radicalizzare gli individui più vulnerabili, costituire reti attive nel reclutamento di volontari o pianificare progettualità terroristiche nei Paesi di residenza”. Per prevenire ciò, ha aggiunto, “è in atto un intensissimo scambio informativo tra il nostro Antiterrorismo e le analoghe strutture degli altri Paesi europei, in particolare con Germania, Austria e Francia, colpiti in misura più intensa dal fenomeno dei ‘foreign fighters’, da cui pare si sia generato anche il tragico attentato stragista del 24 maggio scorso al Museo ebraico di Bruxelles”. Sul fronte nazionale, ha proseguito il ministro, “sono costantemente monitorati vari soggetti sospettati di essere intenzionati a prendere parte al conflitto siriano”. Nelle riunioni del Comitato di analisi strategica antiterrorismo (C.A.S.A.) avvengono gli scambi informativo tra le strutture specializzate delle diverse forze di Polizia e di promuovono una serie di mirate iniziative dirette a migliorare le attività di individuazione degli aspiranti combattenti e a neutralizzarne la pericolosità. Ma si pensa anche a coinvolgere l’Europa. La delegazione italiana al Gruppo Terrorismo, ha fatto sapere il titolare del Viminale, “in vista del Semestre di Presidenza italiana del Consiglio Europeo, ha già diffuso tra gli Stati Membri un progetto finalizzato alla costituzione di una Squadra Multinazionale ad hoc. Il progetto – ha aggiunto – prevede la creazione di stabili gruppi di lavoro formati da investigatori dei diversi Paesi interessati al fenomeno perché possano scambiarsi tempestive informazioni nonché pianificare e attuare idonei meccanismi di contenimento della minaccia”.

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