Renzi fa accordo con Fi, gela M5s. Voto in aula a luglio

ROMA. – Certo che ascolterà tutti, Matteo Renzi. Ma il premier – con in tasca l’accordo sul Senato dei 100 chiuso questa con gli azzurri di Silvio Berlusconi – se da un lato si mostra magnanimo con Beppe Grillo, dall’altro bagna le polveri del leader M5s. “Questa intesa è un ottimo punto d’arrivo”, dice punzecchiando la Lega di Calderoli che, a suo dire, vuole solo mettere delle bandierine mentre al governo interessano le riforme. Intanto, la relatrice al Senato Anna Finocchiaro, nell’esprimere soddisfazione per il lavoro fatto, annuncia che entro luglio l’Aula di Palazzo Madama si esprimerà sulla riforma. Intanto, l’incontro tra Renzi e i pentastellati e’ fissato per mercoledi’ alla Camera, ma con nonchalance il ministro Maria Elena Boschi butta la’ una frasetta che gela le ambizioni di centralita’ grilline : “Non si cambia partner all’ultimo momento”. Si parla di legge elettorale e della richiesta dei M5s di cambiare le liste bloccate, ma l’antifona vale per le riforme in generale. “Eventuali richieste di modiche possono essere prese in considerazione ma solo se saranno condivise dalle altre forze che hanno contribuito sin qui alla legge elettorale e alle riforme – detta la Boschi -. C’è un accordo già esistente tra le forze di maggioranza e Forza Italia. Noi dobbiamo innanzitutto rispettare quell’impegno”. I grillini si accomodino in coda. “Non è pensabile, dopo mesi di lavoro che hanno coinvolto il Parlamento, ricominciare daccapo – argomenta il ministro per le Riforme da Palazzo Chigi -. Non sarebbe serio, nei confronti dei parlamentari e dei cittadini che hanno scelto un certo modello e lo hanno apprezzato con il voto di maggio. I cittadini hanno scelto un modello in cui si sa chi vince”. Se si tratta di legge elettorale, perciò, c’e’ l’Italicum. Se invece sul tavolo ci sono le riforme, l’accordo e’ già chiuso e bollinato con la presentazione degli emendamenti dei relatori Finocchiaro e Calderoli sul testo che ridisegna il Senato delle autonomie (95, più i 5 settennali) e sancisce il superamento del bicameralismo perfetto. Ncd si dichiara “soddisfatto”, mentre difficilmente Silvio Berlusconi svestirà i panni del padre costituente, ora che il leader di Fi è di nuovo alle prese con i processi di Napoli e Milano ed in posizione di maggiore debolezza per la debacle alle europee. Perciò i grillini, innervositi dai molti sì sntiti pronunciare dal Cavaliere sulle riforme, tentano l’ultimo funanbolismo per rientrare in partita. “Diamo a Renzi l’opportunita’ di uscire da quel ricatto di Berlusconi che lui stesso disse esserci quando affermò che non c’era alternativa al Cavaliere – replica alla Boschi il deputato M5S Manlio Di Stefano -. Noi gli diamo un’alternativa: chiarisca se preferisce continuare con lui o aprirsi ad un percorso nuovo con noi”. I pentastellati chiedono intanto di vedere Renzi il 25 giugno come leader del Pd (forza legittimata dal 40,8% alle elezioni) e non come premier. Nella delegazione grillina i capogruppo Giuseppe Brescia e Maurizio Buccarella ed i deputati Danilo Toninelli e Luigi Di Maio. “Bisogna capire nella sostanza se M5s condividono il percorso delle riforme, se vogliono partecipare al cambiamento del Paese o rimanere su posizioni di conservazione”, si mette alla finestra il ministro Boschi, mentre Renzi si riserva di decidere all’ultimo la composizione della delegazione Pd e la sua eventuale presenza. (Milena Di Mauro/ANSA)