Expo: Giorgio Armani, Italia rischia la figuraccia

MILANO. – Lunedì nero per l’Expo, almeno dal punto di vista dell’immagine. Il sasso nello stagno lo ha gettato Giorgio Armani, che tra una sfilata e l’altra alla Settimana della moda maschile, ha esternato ai cronisti la sua preoccupazione che con l’Esposizione mondiale l’Italia possa fare una ”figura del cavolo”. Un allarme che ha avuto anche la parvenza dell’autopromozione, in quanto lo stesso Armani ha poi annunciato il suo impegno per ”dare lustro a Milano” con l’apertura entro il maggio del 2015 – in concomitanza con Expo – del proprio archivio nel Silos in allestimento nell’ex fabbrica Nestlé. Allo stilista ha fatto eco il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che, dall’assemblea di Federchimica in Assolombarda, ha gridato al ”decreto fantasma”. ”Il governo – ha detto – ha emanato un decreto che assegna i poteri a Cantone” ma ”non è stato pubblicato in Gazzetta e non è entrato in vigore”. Poi il ‘guvernatur’ ha chiesto all’esecutivo di ”darsi una mossa”. A buttare acqua sul fuoco ci hanno pensato i ministri Maurizio Lupi (Trasporti) e Maurizio Martina (Agricoltura), che ha anche la delega all’Expo. Il primo ha puntualizzato – sempre in Assolombarda – che non è ”il momento di fare polemiche”, mentre il secondo ha cercato di tranquillizzare tutti spiegando che i soggetti coinvolti stanno ”lavorando intensamente per completare il progetto e per farlo emergere in tutta la sua grandissima potenzialità”. Le acque in città però restano piuttosto agitate. Il presidente del consiglio, Matteo Renzi, si era presentato a Milano con Raffaele Cantone come asso nella manica lo scorso 13 maggio, 5 giorni dopo la valanga degli arresti per tangenti, con l’obiettivo di far ripartire una macchina in panne. Il decreto che conferisce i poteri a Cantone è stato annunciato più volte dalla fine di maggio ad oggi, ma finora non si è visto. Proprio oggi, poi, lo stesso Cantone era atteso nel Capoluogo Lombardo per la presentazione di un libro allo Iulm, ma all’ultimo momento ha dato forfait. Il Commissario anticorruzione dovrebbe incontrare il commissario unico di Expo Giuseppe Sala, ma, nonostante gli annunci dei giorni passati, finora i due non si sono ancora visti. Dove l’attività ferve invece è a Palazzo di Giustizia. Oggi il gip di Milano Andrea Ghinetti ha disposto il giudizio immediato per l’ex dg di Ilspa Antonio Giulio Rognoni e per altre sette persone indagate in uno dei tre filoni d’indagine legati a Expo. Il processo si aprirà il prossimo 18 settembre davanti alla decima sezione del Tribunale.

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