Mondiali: Albertini, da Balotelli si prescinde da Pirlo no

MILANO. – Saluti e addii. Sul volo della disfatta, di ritorno da Rio, l’Italia costruita da Cesare Prandelli chiude definitivamente la sua epoca. C’e’ un nuovo ct da individuare, e qui Demetrio Albertini auspica ”tempi stretti”. C’è un nuovo presidente federale da eleggere, e il vice di Abete dimissionario già prima del Mondiale e del crollo azzurro puntualizza: ”Non basta una persona per cambiare il calcio italiano. Se mi chiedono di candidarmi a queste condizioni, oggi dico no”. C’è soprattutto una Nazionale da ricostruire. ”Non so se potrà prescindere da Balotelli – e’ il giudizio diretto del presidente del Club Italia – so per certo che può e deve ripartire da Pirlo”. E a stretto giro arriva la risposta del regista azzurro, che aveva annunciato il ritiro dopo il Mondiale: ”Se il nuovo ct riterrà che io serva, verrò sempre volentieri in nazionale”, le sue parole. Pirlo ‘traghettatore’ di un’Italia ferma nel guado. Ma sull’imbarcazione ci sarà Balotelli? ”Mario dovrà meritarsi l’azzurro, altrimenti ci saranno altri al suo posto. Decide il nuovo ct: e la gestione di un gruppo può prescindere dal singolo”, dice Albertini. Che il rapporto tra la nazionale e Balotelli si fosse rotto il giorno della disfatta contro l’Uruguay, era apparso chiaro dalle parole di Buffon e De Rossi, e poi quando è emerso il restroscena del ‘confronto’ tra Prandelli e il centravanti nell’intervallo, fino alla sostituzione. Ora starà al nuovo ct decidere se lasciare in sospeso Balotelli, magari con un periodo sabbatico in attesa di una maturazione, che molti dall’interno della nazionale ritengono ora difficile da prevedere. Di fatto, Balotelli non ha fatto nulla per nascondere la frattura. La cresta bionda colorata dal barbiere del Portobello resort il giorno dopo la sconfitta, il cappello e le cuffie calate in testa, tutto solo davanti al gruppo al controllo passaporti; poi in aereo qualche minuto accanto a Fanny e la notte passata al suo posto in bussines. ”La cresta bionda? Ciascuno e’ fatto a modo suo – dice Albertini – Io ho gestito il gruppo da fuori lo spogliatoio, dentro non entro perchè e’ zona off limits. Devo dire che nei comportamenti Mario e’ stato perfetto”. In effetti, e’ il comportamento in campo che gli viene rimproverato. ”Sono convinto – ha spiegato Albertini, dando voce all’opinione di tutta la nazionale Prandelli in testa – che il talento sia una ‘missione’. Lo devi mettere al servizio della squadra. Prandelli aveva investito tanto su di lui. Non vorrei ritrovarci tra qualche anno a dire di Mario, ‘ah, e’ uno di quei giocatori che poteva fare…’. Sono stato anche io dall’altra parte, sono stato giocatore: alla squadra ho detto ‘ciascuno di voi la deve considerare un’opportunità di carriera buttata’. E Balotelli non è più un ventenne”. Le speranze azzurre ora si chiamano ”Darmian e Verratti, le due note positive di un’esperienza negativa”. E, poi, viste le condizioni, resta la vera domanda all’interno del club Italia: Balotelli vuole guadare il fiume o no? (dell’inviato Francesco Grant/ANSA)