Mondiali: chiusa l’era Prandelli, “il nuovo ct in tempi stretti”

ROMA. – Tutti a casa. La nazionale rientra in Italia, Prandelli saluta tutti, Buffon e Cassano si abbracciano con qualche sfottò. Il gruppo azzurro si scioglie. E aspetta di sapere chi sarà il nuovo ct. ”Per la scelta ci saranno tempi molto stretti”, indica sul volo di ritorno da Rio Demetrio Albertini, vicepresidente Figc. In effetti, i tempi tecnici per una assemblea elettiva della Federcalcio da svolgersi l’11 agosto ci sono. A verificarlo sono stati oggi gli uffici federali, che hanno riscontrato la compatibilità dei vari iter burocratici con la data inizialmente prevista per l’assemblea per le modifiche dello statuto. Il discorso, però, passa per il consiglio federale di lunedì che politicamente può prendere altri indirizzi. I nomi restano gli stessi: Allegri, Mancini, Guidolin, in ordine di pole, senza escludere inserimenti dalle ultime file. Ma la prima questione è capire chi e quando deciderà. E quanto peserà la competizione politica cominciata sottotraccia per la nuova presidenza federale. Il primo appuntamento è lunedì alle 12 in via Allegri. Il consiglio federale ratificherà le dimissioni irrevocabili di Abete. Al coro di quanti chiedono a Prandelli di ripensarci si è unito Gigi Riva: ”Lui è nato per fare il ct”. Ma il tecnico dimissionario ha ribadito per la terza volta il suo no sull’aereo di ritorno, confessando ai dirigenti federali di sentire su di sé tutte le colpe del fallimento, in primis la scelta di puntare su Balotelli. Abete proverà fino all’ultimo, ”ma conoscendo Prandelli credo la sua sia una scelta definitiva”, ricordava Albertini. L’idea di Abete è formare un gruppo ristretto che si prenda la responsabilità di una scelta condivisa: lui, ha ribadito ancora in aereo, non farà alcuna proposta. Ma secondo la Figc il consiglio dimissionario può senza problemi individuare il nuovo tecnico, e’ ordinaria amministrazione e non ci sono impedimenti statutari. Oltre tutto, si fa notare dalla federazione, i presidenti delle componenti rimangono in carica anche con il consiglio federale dimissionario, e ”tra loro potrebbe esserci anche il futuro presidente”, sottolineava Abete. Beretta, Tavecchio, Macalli, Tommasi, Ulivieri e Nicchi (e forse Albertini, se Abete lo indicherà nel gruppo ristretto come presidente del Club Italia in carica per l’ordinaria amministrazione) dovranno mettersi però d’accordo su un nome. I crediti maggiori li ha Allegri: libero, già in passato accostato alla nazionale, non ‘competitivo’ come Mancini sul mercato estero. Il tecnico jesino gode di maggiore esperienza, e secondo alcuni ha il profilo giusto. La scelta in ogni caso scotta. Per questo non sono da escludere candidature come Guidolin. Cannavaro e’ la suggestione. Di Biagio una possibile soluzione di emergenza se non si trovasse un’intesa. La Figc esclude però la figura di un traghettatore anche in panchina, come Pirlo in campo. Con l’amichevole con l’Olanda il 4 settembre, l’intenzione è arrivare a un nome presto per consentire al nuovo tecnico di cominciare a lavorare. Contatti, assicurano in federazione, non sono stati avviati. Una volta individuato il nome si dovrà fare una trattativa lampo, con i paletti economici propri del ruolo. Non esiste più il diritto di veto, il nuovo presidente si elegge a maggioranza semplice: il rischio di nulla di fatto (e conseguente commissariamento) esiste ma è teorico. Anche in questo caso, i candidati sono per il momento quelli: Tavecchio, forte del voto dilettanti, Abodi, Albertini. Il nome segreto della Lega di A resta per ora solo un rumor. ”Una persona non cambia il calcio, se mi chiedono di candidarmi con questo meccanismo di governo oggi dico di no”, le parole di Albertini, che però ha anche aggiunto una sorta di linea guida per un’eventuale candidatura: ”Dobbiamo rimettere al centro lo sport, e chiudere col corporativismo”. Al nuovo presidente quello uscente ha già promesso collaborazione, mentre il dg Antonello Valentini, nominato dal consiglio federale su indicazione di Abete, affiderà la delega del suo incarico. Intanto, oggi al rientro in Figc i dipendenti hanno riservato un saluto ad Abete: ”c’è solo un presidente” lo striscione accompagnato da applausi. La risposta e’ stata la promessa di una transizione rapida e sostanzialmente indolore per gli uffici. E tuttavia piena di lavoro, in questa estate di crisi del calcio italiano.

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