Trenta migranti morti su barcone per asfissia. Allarme virus

POZZALLO (RAGUSA). – Una trentina di vittime, corpi di profughi stipati all’interno di un peschereccio morti per avere respirato monossido di carbonio e un sospetto caso di malattie infettiva che ha fatto gridare all’allarme virale letale. Da ebola al vaiolo: sono state ipotizzate tutte le patologie, ma i medici specialisti sono rimasti a bordo della nave Orione, dove si trova il malato, anche se, per precauzione, il mezzo della marina militare non entra in un porto. Solo gli ultimi dati che arrivano dall’emergenza migranti, che non si ferma. “Eravamo troppi, ma ci obbligavano a salire”: ha negli occhi ancora la violenza dei libici che li costringevano a ‘scalare’ il peschereccio uno dei testimoni. Racconta dell’ennesima tragedia del mare alla squadra mobile della Questura di Ragusa. Di quell’imbarcazione stracarica, con le persone stipate come sardine: così quelle che si trovavano più in basso sono rimaste ‘schiacciate’ nella sala macchine. Non sono riuscite più a muoversi e hanno respirato il monossido di carbonio emesso dai motori, morendo per asfissia. Tutti uomini nordafricani, nessun bambino. Perché anche la nave dei migranti ha le sue ‘classi sociali’: i giovani neri sotto, sopra siriani, che possono pagare di più, o donne e bambini, versando un sovraprezzo. L’imbarcazione è stata trovata ieri, intorno alle 15.30, dopo l’allarme lanciato con un telefono satellitare già sequestrato dagli investigatori, alla deriva nel Canale di Sicilia da navi della marina militare impegnate nel dispositivo Mare Nostrum. Dei circa 590 migranti che erano sul peschereccio 353 sono arrivati oggi a Pozzallo: tra loro tre donne in avanzato stato di gravidanza e molti bambini, compresi alcuni minorenni cullati tra le braccia dai militari della marina. Gli altri, assieme ai profughi di un altro soccorso, arriveranno domani pomeriggio nel porto del Ragusano con nave Grecale, che ha a bordo 566 persone e rimorchia il peschereccio con le salme. I corpi sono almeno 27, affermano fonti investigative, ma potrebbero essere di più. L’ennesima dramma dei viaggi della speranza si assomma a una giornata con numeri da tregenda per l’impegno nei soccorsi: le navi della marina militare inserite nel dispositivo aeronavale interforze Mare Nostrum sono state impegnate per tutto il fine settimana prestando soccorso ad oltre 5.000 migranti. E c’è anche l’emergenza scattata sul pattugliatore Orione: a bordo, con altri 389 migranti, è stato identificato un caso sospetto di malattia infettiva. Il “paziente è stato isolato” e “resta imbarcato con i medici che seguono il suo caso”. L’allarme riguarda il protocollo che scatta per patologie che vanno da una semplice influenza aviaria a una febbre emorragica come l’Ebola. Per il Sap potrebbe essere anche vaiolo: in questo caso, chiede il segretario del sindacato di polizia, Gianni Tonelli, “non vengano utilizzati agenti”. La nave doveva approdare prima a Messina e poi a Catania, ma gli sbarchi sono disdetti in attesa di conferme dei medici. Intanto il pattugliatore “resta in navigazione”. E nei giorni da grandi numeri la ‘mappa’ di imbarcazioni e porti diventa difficile da seguire: nave San Giorgio porta 1.170 migranti a Taranto, il pattugliatore d’altura Dattilo della Capitaneria di Porto 1.096 a Augusta (Sr), dove ha portato anche il cadavere di un migrante recuperato in mare. La rifornitrice Etna con 1.044 migranti giungerà domani a Salerno, ma con una ‘passeggera’ in meno: una donna che stava per partorire è stata sbarcata e ricoverata in ospedale a Siracusa. Il mercantile Mare Atlantic con 235 migranti arriva a Messina. La motovedetta della Capitaneria di Porto 906 Corsi con 341 migranti a Porto Empedocle (Ag), il mercantile City of Beirut con 105 migranti e il mercantile Ticky con a bordo 190 migranti a Trapani. Sorprende lo sbarco con veliero di 72 nordafricani lasciati sull’isola di Vendicari. La tragedia del mare innesca polemiche politiche. Il leader della Lega, Matteo Salvini imputa i “30 morti su un barcone sulla coscienza di chi difende Mare Lorum”. “Le camicie di Renzi e Alfano – aggiunge – sono sporche di sangue”. Accuse “inaccettabili sia nella forma che nella sostanza”, secondo Manuela Repetti, senatrice Fi. I deputati del Pd replicano: “Salvini fa lo sciacallo pensando di essere in campagna elettorale permanente, specula sui morti e getta fango sul governo italiano: si vergogni”. “L’imperativo morale – osserva il ministro degli Esteri, Federica Mogherini – è di salvare vite in mare, un lavoro che l’Italia fin qui ha fatto quasi in solitudine”. E il premier Renzi si dice “convinto del lavoro che stiamo svolgendo, non c’è la controprova, ma quanti morti ci sarebbero se non avessimo fatto le cose che facciamo…”. (dell’inviato Mimmo Trovato/ANSA)