Mostre: Matisse e la passione per i tessuti, gli arazzi

PARIGI. – La passione per le stoffe nella creazione artistica di Matisse: è quest’aspetto poco conosciuto dell’artista che il museo di Cateau-Cambresis, sua città natale, in collaborazione con il museo di arte moderna di Troyes, due città storicamente note per l’industria tessile, ha voluto analizzare in occasione dei 60 anni dalla morte per l’esposizione ‘Tisser Matisse’. Tra il 1936 e il 1949, Matisse ha realizzato su commissione i cartoni per almeno quattro arazzi e due foulard di seta e i tessuti, di tappeti, abiti e tendaggi, hanno da sempre influenzato la sua pittura facendosi spazio qua e là nei suoi dipinti. La mostra – che si è aperta a Troyes fino al 19 ottobre e poi farà tappa a Cateau-Cambresis dal 15 novembre all’8 marzo – ne presenta alcuni esempi, oltre a disegni, dipinti e collage, in tutto una trentina di opere. “Matisse era affascinato dai tessuti, adorava le stoffe – dice all’ANSA uno dei curatori, Olivier Le Bihan – Matisse è nato in questo mondo: i suoi nonni erano tessitori, lavoravano per le grandi manifatture del tempo per produrre stoffe raffinate per mobilio e arredi di lusso. Ma lui non aveva le competenze dell’arte della tessitura. Gli serviva l’intermediario di un committente, e l’aiuto di professionisti e il suo occhio vigile per controllare tutte le fasi dell’esecuzione”. Il primo cartone per un arazzo lo realizza su commissione di Marie Cuttoli. S’intitola ‘Fenetre a Tahiti’ e riprende il tema di uno schizzo che Matisse realizzò nella sua camera dell’Hotel Stuart durante un soggiorno a Papete. Alla fine l’arazzo è tessuto a Aubusson ma non convince Matisse che ne fa una seconda versione (entrambi i cartoni saranno esposti al Cateau-Cambresis, mentre solo il primo appare nella mostra di Troyes). Matisse sceglie i fornitori, valida i modelli, fa un attento lavoro di controllo dell’esecuzione: “Non è una persona che delega – spiega Le Bihan -ma controlla tutto quello che è fatto e legato al suo nome”. “L’esposizione è una sintesi di questo aspetto poco conosciuto dell’opera di Matisse, dell’importanza della creazione tessile nella sua opera, tutto l’aspetto decorativo è influenzato dai tessuti, e le stoffe sono per lui opere d’arte”, osserva anche l’altro curatore, Patrice Deparpe, il quale fa notare come il collage sia nato dopo il viaggio a Tahiti, tappa fondamentale della carriera dell’artista. La mostra presenta le tele di Oceania (1946) in diverse versioni con i ‘decoupages’ bianchi (realizzati con carta da lettere, il colore arriverà dopo con Jazz) che rappresentano pesci volanti e uccelli e animali marini, un souvenir di Tahiti ben 15 anni dopo. C’è poi la serie di arazzi di lana e lino bianchi su sfondo blu di ‘Polinesia’. La mostra si chiude con i modelli di carta con i collage bianchi, verdi, rossi, viola, secondo i colori liturgici d’uso, della parure religiosa per completare l’opera della cappella di Vence, l’ultimo capolavoro di Matisse, realizzato tra il 1950 e il 1952 e in cui concentra tutta la sua arte: le vetrate, i collage, le stoffe, la pittura. (Aurora Bergamini/ANSA)