Giro di vite della polizia di New York contro gli acrobati subway

NEW YORK. – Negli ultimi tempi è una avventura comune lungo alcune delle linee più trafficate della subway di New York: entrano in gruppo, il loro leader fa l’annuncio, gli altri cominciano a fare capriole e giravolte in perfetto stile breakdance usando i pali come punto di appoggio. Il tutto nello spazio di una fermata sulla musica di Michael Jackson. Ma adesso per gli acrobati della metropolitana è in arrivo il giro di vite. La polizia della Grande Mela ha deciso di porre fine ai loro improvvisati spettacoli sotterranei considerandoli l’equivalente del “vetro rotto” nei casermoni popolari diventato simbolo della “tolleranza zero” del sindaco Rudy Giuliani. Per la verità questi ragazzi sono veramente bravi e non molestano i passeggeri se non quando una capriola avvicina l’acrobata pericolosamente al volto del viaggiatore. Non così per il New York Police Department che ha cominciato a far scattare le manette: oltre 240 acrobati sono stati arrestati per infrazioni legate alle loro pubbliche performance nel corso dell’anno, erano sei volte di meno a questo punto dell’anno scorso. L’idea parte in alto. Il Commissario capo della polizia William Bratton, che aveva ricoperto lo stesso ruolo con Rudy Giuliani, è il grande teorico della strategia dei “vetri rotti”: a suo avviso è la cultura della piccola illegalità che crea un incubatore di coltura del grande crimine. Il vetro rotto di un casermone alimenta un senso di disordine e questo a sua volta incoraggia individui criminali ad azioni peggiori. “Gli acrobati sui treni commettono gravi reati? Certamente no”, ha detto Bratton: “La domanda che ci dobbiamo porre è un’altra: le capriole nella subway hanno il potenziale di creare un clima di paura e un nuovo livello di rischio che dobbiamo affrontare”. Gli acrobati sono di tutt’altra idea: si sentono i portatori di una cultura artistica che cerca di creare rapporti in una metropoli sempre più chiusa in sè stessa e dove nessuno, soprattutto sui treni dei pendolari, si guarda negli occhi: “Interpretiamo New York, le sue vibrazioni”, ha detto uno di loro che ha chiesto di farsi chiamare solo con il primo nome, Besnkheru, per non attirare l’attenzione della polizia. Nelle ultime settimane col suo partner Domingo ha ballato e saltato usando i corrimani della metro come punto di appoggio: dopo lo stupore iniziale, molti sorrisi e parecchi dollari da parte dei passeggeri, nella speranza di non inciampare nelle forze dell’ordine. (Alessandra Baldini/Ansa)