Mondiali: Colombia non solo James, ecco come si vince

RIO DE JANEIRO. – Da quando la Colombia è diventata l’avversaria del Brasile nei quarti di finale del Mondiale, non si fa che parlare di James Rodriguez. Ma la squadra guidata da quel Pekerman che, prima di tornare al calcio e diventare allenatore, era finito a fare il tassista in Argentina, ha altri punti forti oltre al suo numero 10, autore finora di 5 gol e 2 assist decisivi. Per arrivare per la prima volta nella loro storia a una semifinale mondiale i ‘cafeteros’ contano anche su armi come la solidità difensiva di un reparto in cui spicca Mario Yepes, che venerdì arriverà a 102 presenze in nazionale: solo Valderrama ne ha messe insieme più di lui. La difesa della Colombia è per ora la migliore del Mondiale, avendo incassato due sole reti nelle 4 partite giocate. Ma un punto di forza è anche l’attacco, il secondo del torneo con 12 ‘centri’, uno in meno dell’Olanda, e a una media di 3 a incontro. La Colombia ha anche il primatista negli assist decisivi, cioè quei passaggi che hanno portato ad una rete: è Cuadrado, con quattro ‘assistenze’ a conferma di quanto di buono ha fatto vedere nella Fiorentina. Per i viola, dopo questo Mondiale del suo giocatore, sarà sempre più difficile resistere a certe lusinghe di mercato. E brilla anche la stella di Teofilo Gutierrez, che pur avendo perso il collega di reparto Radamel Falcao riesce a fare la sua parte quando viene chiamato in causa. Almeno qui in Brasile, non sembra più quel calciatore dai comportamenti a volte eccessivi, e sopra le righe, che gli avevano fatto guadagnare il soprannome di ‘Balo Teo’. La nazionale della Colombia, che oggi via Twitter ha reso omaggio alla memoria del suo “eterno mundialista” Andres Escobar (ricorre il ventennale della morte) si è già spostata a Fortaleza, con un giorno di anticipo sul previsto, per meglio adattarsi alle condizioni climatiche del nord-est brasiliano. Stanno arrivando anche un bel po’ di tifosi, che però avranno problemi a reperire i biglietti nonostante l’ampia capienza del ‘Castelao’. Prima di lasciare il ritiro paulista di Cotia, i ‘cafeteros’ avevano ricevuto in dono, proveniente dal loro paese, una mega-bandiera di 150 metri cucita a mano da alcune donne di Cartagena. Si possono deludere delle tifose così? No davvero…

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