Egitto: Sfida di Sisi, basta sovvenzioni, benzina alle stelle

IL CAIRO. – Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha preso il toro per le corna e, per iniziare a mettere a posto i conti dello stato, messo mano alla piu’ impopolare della riforme: l’aumento del prezzo della benzina con tutti i rincari a cascata che e’ destinato a portare. Dopo averlo preannunciato con mediatici messaggi (tra l’altro si era fatto ritrarre mentre pedalava in bicicletta esortando a risparmiare), Sisi ha ratificato una settimana fa un bilancio di previsione 2014/’15 che contiene un taglio del 25% (da 135 a 100 miliardi di sterline egiziane) dei sussidi pubblici. La mossa e’ servita a contenere sul 10% il rapporto deficit-Pil intervenendo su uno dei sistemi di sovvenzioni piu’ generosi al mondo che, concentrati per l’80% sull’energia, mangia un quarto del bilancio statale egiziano. L’effetto e’ stato quasi immediato: nella notte tra venerdi’ e sabato sono scattati aumenti tra il 40% ed il 77% per vari tipi di benzine e diesel, con un picco del 175% per il gas da autotrazione, il piu’ usato dai tassisti. La categoria ha subito creato blocchi in tre punti al Cairo ma anche a Suez e Damietta reclamando un aumento delle tariffe. Media riportano annunci di aumenti per elettricita’ (le cui sovvenzione verranno decurtate del 67% in cinque anni), trasporti pubblici (tra il 2,3% ed il 7%), gas per l’industria e via via, a cascata, anche per le crociere e addirittura le telecomunicazioni (+10% dalla settimana prossima per una delle tre compagnie di telefonia mobile dato che le sue centrali consumano gasolio). Si tiene d’occhio ora l’impatto sul prezzo degli alimentari, dato che l’agricoltura consuma il 16% del diesel egiziano ed i trasporti il 35%: circolano gia’ prime denunce di aumenti del 20% dei prezzi di frutta e carne, in linea del resto con le previsioni degli esperti. L’aumento dei prezzi ha effetti sulla gia’ fragile struttura sociale egiziana. Alia Al-Mahdi, docente di economia all’Universita’ del Cairo, in dichiarazioni ad un quotidiano stima che in Egitto i “poveri” siano gia’ il 25% della popolazione e sotto la classe “media” (pari al 45%) ci sia uno ulteriore strato di disagio del 20%. Il taglio dei sussidi, oltre ad impoverire ulteriormente questo strato, a suo avviso fara’ scivolare verso la poverta’ una “larga fetta” del ceto medio. Il governo, che si dice in “guerra” contro la crisi economica, attraverso il premier Ibrahim Mahlab ha assicurato che il taglio alle sovvenzioni portera’ maggiore equita’ sociale e andra’ a vantaggio di istruzione e sanita’. Sisi dal canto suo ha gia’ dato il buon esempio al risparmio tagliandosi della meta’ stipendio e beni, donati allo Stato. Un suo recente comunicato lascia intendere che la Fratellanza musulmana vuole cavalcare il malcontento: gli aumenti dei prezzi “costituiranno un punto forte per rompere il colpo di Stato” con cui Sisi un anno fa defenestro’ dalla presidenza il loro leader, Mohamed Morsi. (Rodolfo Calò/ANSA)