Papa: uragano Francesco. Poveri, detenuti e mondiali

ISERNIA. – L’uragano Francesco ha spazzato in nove ore il Molise in un bagno di folla tra fettuccine e cavatelli alla mensa dei poveri a Campobasso, quattro chiacchiere sul Mondiale di calcio, la santità della domenica, e le ‘frecciate’ alla Merkel in una piccola e ‘lontana’ regione che per un giorno, come ha detto l’arcivescovo di Campobasso Giancarlo Bregantini “è entrata nel cuore dell’Italia grazie al Papa che le ha regalato una grande visibilità”. Ovunque sia andato Bergoglio ha registrato un pienone da rock star, dalla messa all’ex stadio Romagnoli, passando per l’incontro con i giovani a Castelpetroso, al carcere di Isernia, dove ha chiesto che il gonfalone del Comune che era lì ad attenderlo fosse tolto perché non ama l’ufficialità rituale ostentata, fino all’accaldato finale in piazza Duomo a Isernia. E non è stata per niente una ‘gita di piacere’, perché come ha poi rivelato Bregantini, durante il pranzo alla mensa dei poveri Bergoglio ha chiarito anche ai commensali il senso delle sue omelie. Quando ha parlato di lavoro e di giovani ce l’aveva soprattutto con la Merkel e con i tedeschi “che difendono – ha riferito l’arcivescovo – i loro interessi e non quelli di una generazione di ragazzi ‘scaduti'”, ma anche contro una “Europa taccagna”. Quando ha affrontato il tema della domenica ha chiarito che deve essere “un giorno gratuito”, magari con i centri commerciali chiusi, perché “è un giorno in cui bisogna stare con i figli e giocare con loro”. Ma chi crede che il Papa pensi solo ai grandi temi della vita sbaglia: Francesco si è dilettato di calcio spiegando a tutti il Mondiale in Brasile e facendo spiritosamente le ‘condoglianze’ a due preti colombiani, sconfitti ieri dal Brasile nei quarti. Siccome Francesco conosce bene quel popolo adorante che è davanti a lui, ecco il colpo ad effetto di una maglia rossoblù del Campobasso, Lega Dilettanti, che proprio su quel vecchio e sparito campo Romagnoli aveva conosciuto i fasti della serie B. Francesco sorride a tutti, fa autografi alle bambine, dà speranza ai carcerati, che lo omaggiano con quadri che lo raffigurano come novello Noè sull’Arca di un mondo di dolore, benedice nascituri nella pancia della mamma, rivela che il primo sacerdote inviato nella parrocchia ‘Antartide’ era molisano, saluta sue vecchie alunne quando insegnava in Argentina, spinge i giovani a non accontentarsi di piccole mete, e in qualche modo mette in subbuglio una intera regione che per un giorno ha raddoppiato quasi la popolazione, quel Molise gran produttore di emigranti che all’improvviso si ritrova invaso da fedeli da tutte le regioni confinanti. Se può, anche in Molise, Francesco va sempre ‘oltre’, e chissà cosa avrà provato quando a Isernia un fedele ha alzato un cartellone con su scritto ‘Argentina-Belgio 1 a 0’: si è voltato Bergoglio, ha alzato la testa con un attimo di esitazione poi ha proseguito il discorso ufficiale. (dall’inviato Luca Prosperi e Mariella Spaziano/ANSA)

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