Mondiali: spese e fischi a Rousseff, Brasile è ora di bilanci

SAN PAOLO. – La Coppa del mondo lascia una pesante eredita’ per il Brasile, che aveva puntato sul mondiale casalingo per dimostrare al mondo intero che il ‘colosso sudamericano’ era capace di fare la differenza, non solo sui campi da calcio, ma anche nello scacchiere geopolitico internazionale. E invece si trova a fare i conti con una immagine finita in macerie, proteste sociali per le alte spese sostenute, infrastrutture promesse e mai realizzate, umiliazione sportiva senza precedenti e un sistema calcio da rifondare. Non era esattamente quello che si attendeva la presidente Dilma Rousseff, in cerca di una rielezione ad un secondo quadriennio alle elezioni del prossimo ottobre. Dilma sperava nel mondiale come in una vetrina planetaria per mostrare i successi ottenuti dal suo governo in campo politico, economico e sociale. E invece la presidente si e’ dovuta perfino tenere alla larga dagli stadi del mondiale dove, quando e’ stata costretta ad apparire, come alla cerimonia di inaugurazione e alla premiazione, e’ stata fischiata e pesantemente insultata. Dopo la disfatta della Selecao contro la Germania in semifinale, la presidente e’ stata anche costretta a cambiare linguaggio, facendo leva sull’orgoglio nazionale anziche’ sulla passione sportiva. Niente piu’ obbligo di vittoria per cancellare il ricordo del ‘Maracanazo’ del 1950 ma semplice elogio dell’organizzazione del ”mondiale dei mondiali”. Aiutata in questo anche dal presidente della Fifa Sepp Blatter, che ha definito il mondiale brasiliano ”la migliore edizione”. Magra consolazione per i quasi 200 milioni di tifosi che gia’ si erano cuciti idealmente al petto la sesta stella mondiale, finita invece sulle maglie della Germania. Governo e Fifa sono riuniti da questa mattina nel Maracana’ per fare il punto sul mondiale appena concluso, che qualche successo l’ha fatto registrare, almeno sul piano dei trasporti e della sicurezza. Il ministro dello Sport, Aldo Rebelo, ha sottolineato che ”nemmeno un cane ha morso un turista” mentre il suo vice, Luis Fernandes, ha ricordato che ”un Paese di dimensioni continentali come il Brasile, con 12 citta’ sede, ha saputo organizzare un sistema di trasporti di grande successo”. Le note dolenti arrivano invece dai costi, che hanno sforato i 13 miliardi di dollari, superando ampiamente le previsioni. Nonostante quasi la meta’ delle opere infrastrutturali promesse non siano state realizzate e un’importante opera viaria sia crollata durante le partite, causando la morte di due persone. Ma le vere macerie sono in campo sportivo. La Selecao ha messo in campo giocatori tristi e un allenatore senza fantasia, che non hanno mai fatto divertire la torcida ed hanno subito un’umiliazione senza precedenti. Il ct Scolari si e’ dimesso e la Cbf decidera’ in settimana il suo sostituto, che potrebbe anche essere uno straniero. La presidente Rousseff e’ stata intanto accusata dalle opposizioni di voler statalizzare il futebol, parte essenziale della metafora brasiliana, per aver invocato una ”riforma globale del sistema calcio brasiliano”, auspicando che a livello federale si cerchi di trattenere in Brasile i migliori talenti. Prendendo a modello proprio quanto fatto nell’ultimo decennio dalla Germania campione del mondo.

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