Brasile: nuova strage a San Paolo, record mondiale di omicidi

SAN PAOLO. – Campioni del mondo non nel calcio, ma per numero di morti violente. Il Brasile si aggiudica infatti un triste primato planetario, quello degli omicidi in numero assoluto: 56.337 nel 2012, ultimo dato disponibile, ma con una tendenza in crescita. Ovvero, un omicidio ogni dieci minuti. L’ultima strage è avvenuta a Carapicuiba, cittadina alle porte di San Paolo: cinque persone, di cui tre adolescenti, sono state massacrate da sconosciuti in un bar ritenuto dalle forze dell’ordine luogo di spaccio di crack. ”Una epidemia di omicidi che ha causato più vittime in Brasile nell’ultima decade che in tutte le guerre combattute nello stesso periodo, comprese Iraq e Afghanistan”, secondo il sociologo Julio Jacobo Waiselfisz, coordinatore dell’area di studi sulla violenza della facoltà latinoamericana di Scienze sociali (Flacso). Il continente americano – secondo dati dell’Unodc, l’agenzia delle Nazioni unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine – si conferma quello con più diseguaglianze e il più violento al mondo. Il tasso di omicidi ogni 100 mila abitanti più alto si registra in Honduras (90,4), seguito dal Venezuela (53,7) e dal Belize (44,7). Ma in termini assoluti, il Brasile si piazza al primo posto, davanti all’India, con 43.355 omicidi, alla Nigeria, con 33.817, e al Messico, con 26.037. Secondo di dati provenienti dagli obitori e censiti dal Sistema sanitario brasiliano, gli omicidi sono almeno 56.337. Ma il numero reale potrebbe essere più alto. Secondo un recente studio dell’Istituto di ricerca applicata (Ipea), gli omicidi sarebbero infatti ben oltre 60 mila l’anno. L’aumento delle morti classificate come ”causa incerta” non sarebbe altro che un sotterfugio delle autorità dei vari stati brasiliani per cercare di mascherare una realtà drammatica. Secondo Iñacio Caño, coautore del libro ‘Violenza letale e diseguaglianze in Brasile’, esiste una relazione diretta tra la povertà, le diseguaglianze e la violenza in alcune aree specifiche – in grandi città come Rio e San Paolo, ad esempio – e gruppi sociali più poveri. Esistono anche fattori esterni, come le dinamiche economiche, la vendita libera di armi da fuoco e la sfiducia nelle forze dell’ordine, che alimenta i casi di giustizia sommaria. In Brasile vale il detto che “il bandito buono è quello morto” e il 14 per cento dell’elettorato si dichiara favorevole all’occhio per occhio e al diritto a portare un’arma da fuoco. Tanto che al referendum del 2005 per la messa al bando delle armi, il 64 per cento dei brasiliani si èdetto contrario. Non esistono statistiche ufficiali, ma si stima che in Brasile circolino circa 20 milioni di armi da fuoco sul territorio nazionale, la metà delle quali illegali. Su internet è possibile acquistare una calibro 38 a circa 350 euro e una pallottola a meno di due euro. Uno dei motivi per cui il Brasile si conferma anche campione mondiale di omicidi commessi con armi da fuoco: oltre 35 mila l’anno.