Unione Europea: Juncker eletto presidente, 300 miliardi per la crescita

STRASBURGO. – E’ Jean Claude Juncker, il lussemburghese primatista di resistenza in carica da premier, il nuovo presidente della Commissione europea. Entrerà in carica il primo novembre. Annuncia la svolta della Ue, promette che ora le priorità saranno l’occupazione e la crescita, assicura fedeltà al rigore di bilancio perché la crescita ottenuta “con il debito è un fuoco di paglia”, ma anche uso pieno della flessibilità e mette nero su bianco che entro febbraio proporrà un piano “di investimenti pubblici e privati” da 300 miliardi di euro in tre anni. Così le larghe intese tra popolari, socialisti e liberali, col sostegno di una decina di Verdi, tengono. “Non credo ad una sola parola”, lo bolla Nigel Farage, leader euroscettico dell’Ukip e compare di Grillo. Mentre Marine Le Pen, alleata della Lega, fa sarcasmo (“complimenti per la promozione: dalla guida di un paradiso fiscale a quella dell’inferno europeo”). Viene ringraziata da Juncker, che sbarra la porta al dialogo con l’estrema destra populista. La plenaria del Parlamento europeo – con 22 assenti tra i 751 europarlamentari con diritto di voto – lo elegge (ed è la prima volta, finora Strasburgo si era limitata ad approvare le scelte dei governi, compreso il doppio mandato di Barroso) con 422 sì, 250 no e 57 tra astenuti e nulle. E’ “un giorno storico” per la Ue e “per la democrazia in Europa”, commenta Martin Schulz, presidente del Parlamento che ha vinto la battaglia con i governi ed imposto il meccanismo degli ‘spitzenkandidaten’, che dà al mandato di Juncker sapore e peso da elezione diretta. Un metodo che il lussemburghese definisce “irreversibile”. Non sono mancati i franchi tiratori nel voto cartaceo a scrutinio segreto. Su una maggioranza teorica di 489 voti ne mancano 67, per lo più socialisti (tra cui i laburisti ‘brit’, gli spagnoli del Psoe, i socialdemocratici svedesi e danesi, qualche ‘dem’ italiano, tra cui Sergio Cofferati), ma anche i popolari ungheresi di Fidesz e almeno 7 liberali. “Noi siamo leali, quando diamo una parola la manteniamo” e “la compattezza dei socialisti è stata molto alta”, rivendica il capogruppo S&D Pittella, annunciando che incalzeranno Juncker sulle promesse. Ed il lussemburghese di promesse ne fa tante. Il programma politico è dettagliato. Parla di fondare un governo politico dell’ Eurozona, che possa anche “incoraggiare e sostenere” le riforme strutturali con una “capacità di bilancio” che possa finanziarne i costi. Assicura che la ‘troika’ sarà rivista e sarà più democratica, magari anche senza Fmi, e che d’ora in poi prima di lanciare programmi d’aiuto si farà una valutazione di impatto sociale e la Ue si doterà di “piani B” nel caso in cui, come successo finora, le previsioni macroeconomiche siano sbagliate. Garantisce che creerà un Commissario speciale per l’Immigrazione, che doterà di più mezzi Frontex per il controllo della frontiera esterna ed affronterà anche il nodo della migrazione legale. Fissa l’obiettivo del rilancio della politica industriale europea: tornare entro il 2020 a pesare per il 20% del Pil (dal 16% attuale). Ed ancora: mercato unico digitale che genererà “250 miliardi di euro”, trattative trasparenti con gli Usa e difesa di privacy e diritti degli europei, nuovo impulso alle rinnovabili per diversificare nell’ energia di cui andrà completato il mercato unico. E rassicura chi non ha ancora digerito l’allargamento: niente nuovi ingressi per 5 anni. E domani Juncker affronterà la partita delle nomine nel vertice straordinario, che dovrà decidere almeno il posto di ‘ministro degli esteri’, altrimenti salta il piano di preparare la squadra entro i primi di agosto. Con la candidatura di Federica Mogherini messa in discussione da 10-11 paesi dell’est e nord Europa. Ma il posto tocca ai socialisti e Roma non deflette anche se Forza Italia lo considera un errore politico. Juncker che lo vuole affidare ad una persona “di esperienza” ha bisogno che sia assegnato a una donna. Trovare la quadra sarà il suo primo vero test, prima di quello sulle promesse. (Marco Galdi/Ansa)