Inflazione ai minimi dal 2009, per alimentari è deflazione

ROMA. – Tutto confermato. I dati definitivi dell’Istat mostrano a giugno un’inflazione quasi ferma, con i prezzi in crescita tendenziale dello 0,3%. I listini sono in rallentamento dallo 0,5% di maggio e ai livelli più bassi da quasi cinque anni (ottobre 2009), in linea con le stime preliminari dell’istituto. Ad affossare l’indice è la deflazione dei prodotti alimentari, che vedono prezzi in calo dello 0,6%. E’ dal settembre 1997 che non scendevano così tanto. Lo stesso record, il risultato più basso da circa 17 anni, contraddistingue i prezzi del cosiddetto ‘carrello della spesa’ che include, oltre ai beni alimentari, quelli per la cura della casa e della persona ed è in diminuzione dello 0,5% rispetto al 2013. Vedono il segno meno, inoltre, i prezzi delle comunicazioni (-8,6%) e l’inflazione di un’unica regione, il Friuli Venezia Giulia (-0,1%). Di fronte a questi dati, il presidente di Adiconsum, Pietro Giordano, afferma che ”siamo in piena deflazione se si prende a riferimento, come si faceva un tempo, la percentuale del 5% come normale in quanto inflazione frizionale”. Giordano segnala il rischio ”di creare una situazione esplosiva se non si rilanciano i consumi”. ”I prezzi scendono perché i consumatori non comprano più”, osserva il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, che ricorda come nel 2013 gli italiani hanno speso per il cibo 3,6 miliardi in meno che nell’anno precedente, tornando ai livelli di spesa di 30 anni fa. La Coldiretti sottolinea inoltre che sono la frutta e la verdura a far segnare il maggiore crollo dei prezzi, con un calo del 12% e che, nonostante questo, gli acquisti sono scesi ben al di sotto dei 400 grammi per persona al giorno, il livello minimo raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Mentre la Cia-Confederazione italiana agricoltori aggiunge che due famiglie su tre, per far quadrare il bilancio, risparmiano anche sul cibo, soprattutto al Sud. Se il potere di acquisto continua a diminuire (dopo il calo del -13,4% dal 2008 a oggi) ed i prezzi continuano a crescere è ”inutile sorprendersi” dell’aumento della povertà, constatano Federconsumatori e Adusbef che riflettono come l’inflazione allo 0,3% ”seppure in frenata, significa comunque che i prezzi continuano a crescere, in maniera del tutto ingiustificata ed ingiustificabile” e comportando rincari per 107 euro l’anno per una famiglia di tre persone. ”Senza un intervento choc sulle tasse per le famiglie e per le imprese che davvero investono, i consumi non riprenderanno a salire ed il paese non uscirà dalla recessione”, conclude il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. Bonanni invita il governo Renzi ”a riflettere sui dati negativi dell’inflazione rilevati dall’Istat” perché ”siamo al livello piu’ basso degli ultimi cinque anni. Una vera stagnazione della nostra economia”.

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