Tour: Gallopin, un contropiede per la vittoria. Nibali sempre in giallo

ROMA. – Ancora lui, con un contropiede degno dell’Inter di Herrera. Il calcio, però, questa volta non c’entra. Ma l’azione del francese Tony Gallopin, nella parte finale dell’11/a tappa del Tour de France, ha colto tutti di sorpresa. E assestato un altro duro colpo al morale di Peter Sagan, lo slovacco che non riesce più a vincere e che, in questa 101/a ‘Grande boucle’, è ormai divenuto l’eterno piazzato. Lo slovacco non può essere bocciato completamente, se non altro perché indossa la maglia verde di leader della classifica a punti, ma può considerarsi uno dei rimandati a settembre. Il ‘gioiellino’ della Cannondale si è piazzato otto volte nella top 5. Suona strano che un corridore come lui non riesca a mettere a segno il colpo vincente in una tappa della corsa francese. La vittoria è il problema principale di qualcuno, la maglia gialla per qualcun altro resta una certezza. Vincenzo Nibali continua ad avvicinarsi alle Alpi e ai Pirenei senza particolari patemi, confermandosi di poter correre con grande autorevolezza e di voler cogliere l’occasione di vincere un Tour con merito e gloria, non certo per mancanza di concorrenti validi, dopo le debacle di Contador e Froome. Dopo il giorno di riposo, il messinese è apparso sempre in grande spolvero, restando sempre fra i primi e inserendosi addirittura in una mini-fuga nell’ultima discesa, proprio mentre i suoi fan magari storcevano il muso. Il finale ha messo sale a una tappa mai monotona, mai banale, elettrizzante e vissuta ad altissime velocità. Che Gallopin ha vinto con merito, confermandosi ‘enfant du pays’, dopo avere indossato la maglia gialla proprio nel giorno della presa della Bastiglia. Un giorno che rimarrà scolpito nel cuore de la France. L’alfiere della Lotto Belisol è stato bravo a trovare i tempi giusti, a stringere i denti fino alla fine, soffrendo e tenendo il ritmo, ma rischiando anche di essere risucchiato dal gruppetto degli sprinter che ormai aveva lanciato lo sprint. La sua vittoria si concretizza con lo stesso tempo degli avversari, ma il francese fino a 10 metri dallo striscione dell’arrivo aveva un manciata di secondi di vantaggio. Gallopin era andato all’attacco nel finale in compagnia di Rogers, Sagan e Kwiatkowski, ma ha scelto il tempo giusto per l’allungo quando mancavano solo 2 mila metri all’arrivo. Alle sue spalle Degenkolb, poi gli italiani Trentin e Bennati. E’ stata una tappa bella e avvincente, dalla quale esce sconfitto lo slovacco Sagan che ha ripetuto l’errore di Nancy: quella volte venne beffato da Trentin, oggi da Gallopin (sembra una filastrocca, se non fosse per l’accento francese che trasforma il cognome dei vincitore in Gallopen). E’ assai probabile che Sagan troverà la vittoria, prima di arrivare a Parigi, ma di occasioni ne ha sprecate troppe. Bene Rogers: l’australiano nel finale ha sferrato due attacchi e ha trainato i quartetto, forse perché credeva di potersi staccare, probabilmente per dare una mano al compagno Bennati. Non è bastato per vincere, ma è entrato nella storia della tappa. (ANSA).

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