Iraq: Francia, accoglieremo cristiani perseguitati

PARIGI.- La Francia tende la mano ai cristiani perseguitati d’Iraq, vittime di minacce di morte da parte dei jihadisti, e si dice “pronta” ad accoglierli sul proprio territorio. “Veniamo in aiuto agli sfollati che fuggono le minacce dello Stato islamico e si sono rifugiati in Kurdistan – fanno sapere in un comunicato congiunto i ministri degli Esteri, Laurent Fabius, e dell’Interno, Bernard Cazeneuve – Siamo pronti, se lo vogliono, a favorire l’accoglienza sul nostro territorio a titolo d’asilo”. I cristiani d’Iraq stanno fuggendo in massa da Mosul, seconda città del Paese controllata dallo scorso 10 giugno dai jihadisti dell’Isis e del neo costituito Califfato islamico, dopo l’ultimatum dello Stato islamico che imponeva o di convertirsi o di pagare la tassa per la religione imposta ai non musulmani. L’alternativa – le loro case, tutte requisite, sono state contrassegnate da una ‘N’, iniziale di ‘nazarat’ (cristiano) – era lasciare la città o la morte. “Abbiamo ottenuto dal Consiglio di sicurezza dell’Onu la condanna delle persecuzioni delle minoranze religiose ed etniche a Mosul e in altre parti dell’Iraq”, proseguono i ministri, precisando che Parigi ha “sbloccato un aiuto umanitario eccezionale” per portare “assistenza” a queste popolazioni e “continuerà a mobilitare nei prossimi giorni la comunità internazionale affinché sia assicurata la protezione” di queste minoranze. Da giorni, Francia, fedeli, autorità religiose e difensori dei diritti umani, chiedono di intervenire in favore dei cristiani d’Iraq: nel fine settimana, centinaia di persone hanno manifestato a Lione e Parigi. In particolare, sul sagrato della cattedrale di Notre-Dame, nella capitale, i manifestanti hanno criticato il “silenzio” delle autorità e della stampa di fronte al “massacro dei cristiani d’Oriente”. Il Comitato di sostegno ai cristiani d’Iraq (Csci) ha salutato l’annuncio dei ministri che “mette fine al silenzio e all’immobilismo del governo francese grazie a una proposta concreta e coraggiosa che dimostra che la Francia mantiene il suo ruolo storico di protezione”. Tuttavia, ha detto Antoni Yalap, coordinatore del Csci, “questa soluzione non potrà che essere provvisoria e riguardare solo quelli che sono già sul cammino dell’esilio”. E ha aggiunto: “Non vogliamo che l’Iraq sia svuotato delle sue popolazioni cristiane e fare così il gioco dei jihadisti che cercano la purificazione etnica e religiosa”. Questa fuga di massa da Mosul svuota infatti la città di una popolazione presente da oltre 1.700 anni. Intanto la Chiesa cattolica di Francia ha inviato in Iraq tre alti emissari per una visita di tre giorni: il cardinale Philippe Barbarin, il vescovo Michel Dubost, e il prelato Pascal Gollnisch. (Aurora Bergamini/Ansa)