Sanzioni a Russia, da Eni a Unicredit rischi Italia

MILANO. – Il crescente conflitto tra la Russia e l’Ucraina, con l’inasprirsi delle sanzioni nei confronti Mosca rischia di mettere sotto scacco l’Europa. Il Fondo Monetario Internazionale avverte infatti che le banche straniere sono a crescente rischio di default sui pagamenti in Russia, con la qualità dei crediti russi e ucraini che peggiora. E anche, per quanto riguarda le forniture di gas naturale, non c’è da scherzare. Una crisi che rischia di pesare anche sull’Italia che nell’area è presente in forze: dall’energia, con Eni ed Enel, alla banche con Unicredit e Intesa Sanpaolo, fino ai gruppi industriali come Fiat. Eni è stato uno dei primi gruppi industriali europei a stabilire rapporti economici e commerciali con l’ex Urss. Fu infatti agli inizi degli anni Cinquanta che Enrico Mattei firmò il primo accordo per l’acquisto di petrolio dall’Unione Sovietica. Il Gruppo opera in Russia nelle attività del gas naturale, dei prodotti petroliferi, dell’ingegneria e costruzioni e della petrochimica. Enel è il primo operatore estero a entrare nel mercato russo dell’energia elettrica. Possiede il 55,86% di OGK-5, azienda con quattro centrali termoelettriche in diverse regioni del Paese, Nel settore nucleare il gruppo ha firmato un accordo di collaborazione con RosAtom. Nella distribuzione invece, sta procedendo all’installazione dei contatori elettronici nell’intera provincia di Belgrod, ai confini con l’Ucraina. Unicredit è nel Paese dal 1989 e il nono istituto di credito per attivi. Può contare su 104 filiali e un ufficio di rappresentanza in Bielorussia. Ha circa 3.840 dipendenti, oltre 1,4 milioni di clienti retail e oltre 30.400 clienti corporate. Ha asset totali per 888,5 miliardi di rubli. Intesa Sanpaolo è presente da oltre quasi 40 anni in Russia. Si colloca tra le maggiori banche regionali del paese operando nei segmenti retail, Pmi e corporate coprendo ben 25 regioni del territorio della Federazione Russa. Le filiali sono 66 e il totale attivo ammonta 1.722 milioni di euro. Il gruppo Fiat, che non ha ancora completato la ricerca del partner, è presente in Russia con i brand Chrysler, Jeep, Fiat, Fiat Professional e Alfa Romeo.