Ebola: Usa in ansia, giunto primo americano contagiato

NEW YORK. – Il virus Ebola spaventa gli Stati Uniti. Per la prima volta sul suolo americano e’ arrivata una persona che ha contratto il virus. Si tratta del medico Kent Brantly, 33 anni, volontario che lavorava in Liberia, uno dei Paesi in cui si trovano i focolai della malattia. Brantly – originario del Texas, arrivato in Liberia due anni fa con la moglie e due figli con l’organizzazione non governativa Samaritan’s Purse – e’ giunto in Georgia. E, tra mille precauzioni, e’ stato trasportato dalla base militare in cui e’ atterrato l’aereo all’Emory University Hospital di Atlanta. Messo in isolamento, inizierà subito le terapie con le quali gli specialisti tenteranno di salvarlo dal terribile virus. Le autorita’ sanitarie americane ripetono come i rischi di contagio siano quasi inesistenti, rispondendo anche ai tanti che si opponevano al trasferimento in Usa di persone infettate. Ma le immagini da ore trasmesse su tutte le principali tv americane non rassicurano molto, almeno dal punto di vista psicologico: si vede un’ambulanza blindata e scortata da un corteo di auto, col paziente che arrivato davanti all’ingresso dell’ospedale scende completamente coperto, dalla testa ai piedi, con una tuta bianca, cosi’ come le numerose persone che gli stanno intorno e lo guidano all’interno della struttura. I responsabili dell’ospedale spiegano come ci siano buone speranze di rimettere in sesto Brantly, cosi’ come Nancy Writebol, la missionaria americana, originaria dalla North Carolina, che arriverà negli Usa nelle prossime ore. Ma la voce di chi critica la decisione di riportarli negli Stati Uniti si fa sempre piu’ sentire. “Fermiamo l’ingresso negli Usa dei pazienti di Ebola. Trattiamoli, al massimo livello, ma altrove. Gli Stati Uniti hanno gia’ abbastanza problemi”, ha twittato il miliardario Donald Trump. Intanto anche il presidente americano, Barack Obama, ha chiesto di “prendere molto seriamente” la situazione di Ebola, lanciando un appello alla comunità internazionale perché agisca in modo coordinato. E annunciando che per massima precauzione, anche i 50 leader africani che arriveranno la prossima settimana a Washington per il vertice Usa-Africa alla casa Bianca saranno sottoposti a controlli speciali. Così come le tantissime persone al loro seguito.