Gerusalemme rivive l’incubo dei bulldozer della morte

ROMA. – Un bulldozer che semina panico e morte: una macabra consuetudine per Gerusalemme, rivissuta oggi, ma che ha prodotto vittime altre volte in passato, negli ultimi anni. In quest’ultima occasione, un uomo a bordo di una ruspa si è scagliato contro un autobus, uccidendo un passante e ferendo il conducente dello stesso autobus, che in quel momento era vuoto. Il presunto terrorista, già noto alle forze di sicurezza per un altro incidente, è stato ucciso da un poliziotto. Cinque anni fa, a marzo 2009, un altro giovane (Miri Radeideh, palestinese di 26 anni di Gerusalemme est) alla guida di un bulldozer investì un’autopattuglia della polizia, prima di essere ucciso dal fuoco di un agente e di un tassista. L’attacco venne rivendicato da ”I liberi della Galilea”, un gruppo fantomatico che in passato si era già attribuita la paternita’ di analoghi attacchi ‘artiginali’ a Gerusalemme. Il 22 luglio 2008 il 22enne Ghassan Abu Tir investì con una ruspa automobili e passanti nel centro di Gerusalemme, prima di essere ucciso dal fuoco di un civile e di un agente, mentre a meno di un chilometro di distanza il presidente palestinese Abu Mazen era per la prima volta ospite del presidente Shimon Peres nella sua residenza. Nell’attacco rimasero ferite sedici persone. Il giovane era un parente di Mahmud Abu Tir, un dirigente politico di Hamas detenuto da Israele. Venti giorni prima, il 2 luglio, era stata la volta del 30enne Hussam Tayassir Dwayat, giunto dal rione di Zur Baher di Gerusalemme est, dove viveva con moglie e due figli, per seminare la morte in citta’ a bordo di una pesante ruspa. L’uomo attraversò una strada trafficata nel settore ebraico della città, travolgendo per centinaia di metri tutte le automobili, i passanti e anche un autobus, prima di essere ucciso da un agente e due civili. La sua folle corsa provocò quattro morti ed un’ottantina di feriti.

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