Usa: hacker russi rubano 1,2 miliardi di password

WASHINGTON. – Il più grande attacco di hacker nella storia. E a scoprirlo non è stato il governo federale americano, ma un’azienda di Milwaukee. La Hold Security ha rivelato che un gruppo di hacker russi ha rubato 1,2 miliardi di username e password e oltre 500 milioni di indirizzi e-mail. La stessa società però non ha voluto dire quali sono le aziende colpite. Tra le altre informazioni rubate dal gruppo anche quelle rastrellate in oltre 420.000 siti web, fatto questo che ha creato enormi danni a singoli individui e aziende, americane e straniere. La preoccupazione delle autorità è il moltiplicarsi di queste scoperte. La Hold Security ha detto di essere giunta a queste conclusioni dopo sette mesi di ricerche. Pare che la gang di malviventi, almeno una dozzina, sui vent’anni, ribattezzata dagli investigatori CyberVor, con base in Russia, da qualche parte tra il Kazakhstan e la Mongolia secondo il Nyt, hanno cominciato a raccogliere i dati degli utenti semplicemente acquistandoli sul mercato nero. Poi li hanno usati per piratare i siti usando spam e virus e indirizzando gli utenti ai siti che erano stati utilizzati dagli hacker. “Con centinaia di migliaia di siti interessati, l’elenco include quelli più importanti in tutti i settori, ma anche siti personali”, ha rivelato Hold Security. “L’entità del furto dimostra che la gente ha bisogno di gestire al meglio le proprie credenziali”, dicono gli esperti di sicurezza informatica. La maggior parte delle persone, infatti, tende a mantenere la stessa password per più servizi: conto bancario, e-mail e account per il social media. Questo consente agli hacker di trasformare il database con una sola password in un tesoro”. Appena lo scorso febbraio, fu scoperto il furto di 360 milioni di credenziali di utenti della catena di supermercati Target, mentre la stessa Hold Security rivelò lo scorso ottobre di aver trovato una falla nei sistemi di sicurezza di Adobe. Non è l’unico rompicapo al momento per il governo federale: ora si scopre che al loro interno c’è un’altra ‘talpa’. E non è Edward Snowden. Ad affermarlo sono fonti dell’amministrazione Obama alla Cnn: la ‘nuova talpa’ è in grado di diffondere documenti ‘top secret’ che riguardano la sicurezza nazionale degli Usa ed è responsabile di una nuova massiccia fuga di notizie. Il governo federale è giunto a tale conclusione sulla base di prove certe, dopo le nuove storie pubblicate su Intercept, il magazine online del giornalista Glenn Greenwald, quello che lanciò per primo le rivelazioni di Snowden. Sembra proprio che le nuove informazioni rivelate da Intercept (documenti segreti del National Counterterrorism Center datati agosto 2013) non provengano dall’ex contractor della Nsa rifugiatosi in Russia. In particolare, le rivelazioni riguardano la crescita esponenziale durante l’amministrazione Obama del database della Nsa che raccoglie i nomi delle persone sospettate di terrorismo. Il Terrorist Identities Datamart Environment (Tide), in pratica, sarebbe cresciuto a dismisura in seguito ad alcuni gravi rischi per la sicurezza nazionale, come il fallito attentato di Natale del 2009, quello dell’attentatore a bordo di un aereo con le cosiddette ‘mutande-bomba’. Nel 2012 nel Tide c’erano 875 mila nomi, contro i circa 500 mila del 2009. In un’altra lista, il Terrorist Screening Database, secondo Intercept ci sarebbero invece 680 mila nomi, quasi tutti non americani, di cui almeno il 40% non avrebbe legami col terrorismo.

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