Iraq: Mausoleo di Saddam danneggiato, mistero sulla salma

BAGHDAD/BEIRUT. – Per oltre sette anni, dopo la sua impiccagione avvenuta il 30 dicembre 2006, era diventato un luogo simbolo, visitato dai suoi fedelissimi. Ora anche il mausoleo di Saddam Hussein, a sud di Tikrit, sarebbe rimasto vittima della guerra che infuria tra i jihadisti dello Stato islamico (Isis), discesi dal nord dell’Iraq, e l’esercito, appoggiato dalle milizie dei volontari filo-governativi. Fonti locali nel villaggio di Auja, dove l’antica casa del Rais era stata scelta come il luogo di sepoltura delle sue spoglie, hanno riferito che il mausoleo è stato distrutto, o quantomeno danneggiato seriamente, durante gli scontri seguiti ad un attacco lanciato dai miliziani islamici la sera di lunedì e durati tutta la notte. I combattenti dell’Isis erano scesi da Tikrit, 15 chilometri più a nord, ma hanno trovato un’accanita resistenza da parte delle forze lealiste, che sarebbero riuscite a respingerli. Nulla si sa di cosa ne è stato del corpo di Saddam. Alcuni testimoni locali hanno detto che i familiari avevano già provveduto a trasferirlo in un posto sconosciuto per evitarne la profanazione. O da parte dei jihadisti, che a Mosul e in altre regioni sotto il loro controllo hanno distrutto diversi mausolei considerandoli luoghi di pellegrinaggio eretici, o da parte dei soldati di Baghdad. Su Internet circolano video la cui autenticità non è verificabile che mostrano scene di distruzione in quello che dovrebbe essere l’ex mausoleo. In uno si vede un gruppo di soldati delle unità speciali che si aggirano armati tra le stanze in rovina. Poi alcuni di loro si mettono a danzare e a cantare sollevando in aria i fucili. Ma non viene spiegato chi sia stato a danneggiare l’edificio. Nei giorni scorsi Sheikh Falah al Nida, un leader della tribù a cui apparteneva Saddam, aveva detto che la famiglia era intenzionata a spostare il corpo, temendo appunto episodi di questo genere. “Hanno fatto esplodere tombe di profeti, quindi cosa impedirebbe loro di fare lo stesso con la tomba di Saddam?”, si chiedeva Al Nida, riferendosi ai miliziani dell’Isis. Ma i pericoli, sottolineava, potevano venire anche dal fronte opposto, magari in forma di bombardamenti da parte delle forze governative.