Riforme: dopo il via libera del Senato, tra un mese alla Camera

ROMA. – Dopo il via libera dall’Aula di Palazzo Madama, il disegno di legge di riforma costituzionale lascia il Senato, che da settembre sarà impegnato nell’esame della nuova legge elettorale, ed approda alla Camera. Il via libera definitivo alle modifiche della Costituzione volute da Matteo Renzi e dalla sua maggioranza non è però esattamente dietro l’angolo: trattandosi di un disegno di legge costituzionale, esso deve seguire la cosiddetta “procedura aggravata” che la Costituzione prevede. Il procedimento è consacrato nell’articolo 138 della Carta. In base a questa norma, le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali vengono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi tra esse, e devono essere approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. La maggioranza assoluta è stata conseguita nella prima lettura del testo al Senato: a Palazzo Madama oggi la Riforma Boschi ha incassato 183 voti a favore. Resta l’incognita del referendum, che è escluso solo se nella seconda deliberazione (terza e quarta lettura) si registra in ciascuna camera la maggioranza dei due terzi. Per la cronaca, fu proprio il referendum ad “affossare” la riforma varata dal governo Berlusconi. La Costituzione prevede che le modifiche alla Carta siano sottoposte a referendum quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La riforma Boschi verrà dunque incardinata alla Camera, dove, dalla ripresa dei lavori parlamentari nel mese di settembre, sarà esaminata dalla commissione Affari costituzionali presieduta da Francesco Paolo Sisto, di Forza Italia. (di Francesco Bongarrà/ANSA)

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