E’ ancora record debito pubblico, +100 miliardi in sei mesi

ROMA. – Un record al mese. Continua a crescere il debito pubblico italiano che a giugno, dopo il balzo di 20 miliardi di maggio, è lievitato al nuovo massimo storico di 2.168 miliardi (2 miliardi in più), peggiorando il precedente record negativo e facendo segnare nei primi sei mesi dell’anno un ‘salto’ di 100 miliardi. E la montagna del debito che non accenna a calare è solo l’ultimo dei campanelli d’allarme suonati nelle ultime settimane per i conti pubblici italiani, stretti tra recessione che morde ancora e vincoli europei sempre più difficili da rispettare. Ma il Tesoro getta acqua sul fuoco. I dati diffusi dalla Banca d’Italia indicano anche un calo delle entrate fiscali dello 0,7% nei primi sei mesi dell’anno, e di un -7,7% (3,5 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2013 – dovute, si spiega, in larga parte agli anticipi degli acconti. E segnalano che il debito pubblico da gennaio a giugno è aumentato di 99,1 miliardi, riflettendo il fabbisogno della P.a (36,2 miliardi) e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (67,6 miliardi). Ma da via XX Settembre fanno sapere che il debito ‘monstre’ non è comunque fuori controllo, proprio perché parte consistente dei 100 miliardi in più rispetto al primo semestre 2013 deriva dalle ‘provviste’ che ha fatto il Tesoro con l’emissione di titoli, approfittando delle condizioni favorevoli del mercato, in vista del debito in scadenza che andrà rimborsato nella seconda parte dell’anno. Il ‘conto di disponibilità’ da cui si attinge per i rimborsi dei titoli, infatti, attualmente si attesta attorno ai 100 miliardi di euro ma entro l’anno tornerà ai “livelli fisiologici di 25-30 miliardi”. Ma a pesare sul debito, si spiega, ci sono anche i pagamenti dei debiti della P.A.: in tutto si tratta di quasi 60 miliardi che il governo è impegnato a liquidare se non entro l’ormai famoso ‘San Matteo’ indicato dallo stesso premier Renzi (il 21 settembre) comunque entro la fine dell’anno. Fatto sta che con questi numeri, e con la crescita che latita, anche il rapporto debito/Pil, fissato nel Def di aprile al 134,9% (sostegni europei compresi) rischia di dover essere rivisto. Il governo puntava a un piano di privatizzazioni da 0,7 punti di Pil già dal 2014 per ridurlo. Ma al momento si può contare solo sui 2 miliardi in arrivo con la cessione del 35% di Cdp reti ai cinesi, mentre sembrano ormai sfumate le possibilità che si possano quotare entro l’anno Poste ed Enav, le due società in pole position a inizio anno. Il nuovo dato negativo del debito trova le opposizioni compatte nell’indicare il fallimento della politica economica del governo, con Renato Brunetta che ironizza su Twitter “@matteorenzi Bum! Ma bisogna volergli bene…” mentre la Lega parla di un Paese “verso il baratro” e di un premier “ciarlatano” e che se ne deve andare, mentre il leader, Matteo Salvini si spinge fino a invocare una “rivoluzione fiscale”. E di “tassa occulta” parlano anche i consumatori, con Adusbef e Federconsumtaori che fanno i conti e indicano “un gravame per ogni cittadino” arrivato a “36.225 euro a testa”.