Kiev accusa, tank russi “sconfinati e distrutti”

ROMA. – Tensione altissima nell’est dell’ Ucraina assediato dalle forze armate di Kiev, dove sarebbe penetrata una non meglio precisata colonna di mezzi militari russi – un fatto denunciato dal governo ucraino e dalla Nato -, alcuni dei quali secondo il presidente Petro Poroshenko sono stati “distrutti” dall’artiglieria ucraina. Un episodio, lo sconfinamento, negato da Mosca, ma che ha fatto irruzione sul fronte diplomatico occidentale: l’ambasciatore russo a Londra è stato convocato dal Foreign Office per “spiegazioni”, il Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Ue a Bruxelles ha intimato a Mosca di fermare subito “ogni azione militare unilaterale” e il presidente francese François Hollande ha invitato al “rispetto dell’integrità” ucraina. Il vicepresidente Usa, Joe Biden, ha a sua volta ammonito Mosca contro ogni “violazione della sovranità” di Kiev. Mentre il convoglio di camion bianchi d’aiuti umanitari russi alla popolazione dell’est ucraino attendeva al confine con la provincia “calda” di Donetsk il via libera – previa ispezione da parte delle guardie di frontiera ucraine -, la notizia dell'”incursione” militare russa, é stata rilanciata dapprima da fonti giornalistiche sul posto. Lo sconfinamento militare – una colonna di blindati di trasporto truppe e altri mezzi logistici con le insegne della Federazione russa – sarebbe avvenuto al posto di frontiera di Izvarino, controllato dagli insorti filorussi. “Gran parte” dei mezzi militari russi “è stata distrutta durante la notte dall’artiglieria ucraina”, ha poi detto Poroshenko, parlando di reazione “appropriata”. Mosca replica smentendo tutto (l’artiglieria ucraina evidentemente “spara a dei fantasmi”, ha ironizzato il ministero della Difesa russo) e accusa Kiev di “tentare di far deragliare la missione d’aiuti umanitari” alla martoriata popolazione del Donbass. Unico spiraglio, l’annuncio del capo della diplomazia ucraina, Pavlo Klimkin, di un incontro con l’omologo russo, Serghiei Lavrov, domenica a Berlino: presenti il tedesco Frank-Walter Steinmeier e il francese Laurent Fabius.

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