Obama e Assad contro lo Stato islamico, nemico comune

BEIRUT. – A un anno dall’anniversario dell’attacco chimico nella regione di Damasco che, oltre a uccidere centinaia di civili, spinse gli Stati Uniti a minacciare un attacco militare contro obiettivi del regime di Damasco, i presidenti siriano Bashar al Assad e americano Barack Obama si trovano di fatto nella stessa trincea siro-irachena contro un nemico comune: lo Stato islamico. Nell’ultima settimana centinaia di raid aerei sono stati condotti dall’aviazione siriana e da quella statunitense contro obiettivi del gruppo armato jihadista nel nord dell’Iraq e nel nord della Siria. Da Washington la portavoce del dipartimento di stato Marie Harf giudica “un po’ troppo semplicistico” comparare i due teatri di operazione e che Damasco e Washhington non sono sulla stessa “lunghezza d’onde”, ma ammette che “è una buona cosa che i combattenti dello Stato islamico siano eliminati dal campo di battaglia”. Anche dalle forze siriane. Secondo fonti della sicurezza di Damasco, citate stamani dal quotidiano libanese as Safir vicino alla Siria, l’intelligence di Assad collabora con gli americani per identificare le postazioni dello Stato islamico con l’obiettivo di “evitare che dalla Siria giungano rinforzi ai jihadisti in Iraq”. Solo ieri l’aviazione di Damasco ha condotto circa 15 raid aerei su Raqqa, capoluogo settentrionale siriano da circa un anno eletto dallo Stato islamico come la sua “capitale”. Negli ultimi cinque giorni, i bombardamenti aerei siriani contro obiettivi dei jihadisti nella regione di Raqqa e Aleppo sono stati oltre cento, ma non si hanno numeri precisi sul numero e sulla natura delle vittime. Attivisti di Raqqa hanno denunciato oggi il bombardamento di numerose abitazioni civili in città e nella vicina Tabqa. La centrale della distribuzione idrica, alla periferia di Raqqa, è stata ieri bombardata e danneggiata, causando l’interruzione dell’erogazione di acqua potabile a numerose zone dell’area. “Raqqa come Gaza”, affermano diversi abitanti di Raqqa interpellati dall’ANSA via Skype. “Veniamo bombardati dagli aerei di Assad con la benedizione degli Stati Uniti e della coalizione”, aggiungono in riferimento alla Coalizione delle opposizioni siriane in esilio che nei giorni scorsi aveva invocato raid aerei Usa su postazioni dello Stato islamico non solo in Iraq ma anche su Raqqa. “La coalizione chiede agli Usa di bombardarci, ma ci pensa Assad per loro”, scrivono su Facebook altri attivisti del nord della Siria. Questo mentre miliziani dello Stato islamico hanno riaperto la strada che collega Raqqa al valico frontaliero di Tall Abyad con la Turchia, e conquistato nuovi villaggi nella regione a est di Aleppo. In questo teatro, fanno notare analisti siriani locali, l’aviazione di Damasco non bombarda i jihadisti, la cui avanzata su Aleppo favorisce di fatto i tentativi del regime di sconfiggere gruppi armati anti-Assad nella metropoli del nord. (di Lorenzo Trombetta/ANSA)