Kiev, presi 2 tank russi. Mosca contro McDonald’s

MOSCA. – Infuriano i combattimenti nell’est dell’Ucraina, anche nelle vie di Donetsk e Lugansk, le due roccaforti dei separatisti filorussi che secondo Kiev sono aiutati da Mosca, come proverebbe a suo avviso il sequestro, con vari documenti, di due blindati appartenenti a paracadutisti russi. Nel frattempo, il controverso convoglio di aiuti umanitari russi potrebbe presto varcare il confine ucraino, come ha annunciato la Croce Rossa internazionale, ma c’è bisogno di un cessate il fuoco, che Mosca propone sia dichiarato dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. Proseguono anche la guerra delle sanzioni e quella mediatica, mentre il governo ucraino perde un altro pezzo per strada (il ministro dell’economia Pavlo Sheremeta) e domenica il presidente Poroshenko potrebbe sciogliere la Rada (parlamento) convocando le elezioni in autunno. Mosca rafforza intanto la sua campagna contro MacDonald’s, percepito come il simbolo del capitalismo Usa: dopo aver chiuso quattro locali a Mosca, tra cui il primo, storico di piazza Pushkin, adesso ha allargato le ispezioni sanitarie in altre regioni russe contro il colosso americano degli hamburger, che con i suoi oltre 400 ristoranti nel Paese ha un fatturato di più di un miliardo di euro l’anno. Nel mondo imprenditoriale occidentale ci si chiede chi sarà il prossimo: sono a rischio – secondo una analisi della banca francese Societé Generale – la Coca Cola, la Carlsberg, la Bp, la British American Tobacco, la Basf, la Eon e la Alstom. Nel mirino, secondo i media russi, anche la Apple. I russi non sembrano preoccupati, anche se qualcuno esagera cercando di fare incetta di prelibatezze straniere, come è capitato ad un gruppo di turisti di ritorno dalla Finlandia con 70 kg di paté francese nascosto nel bagagliaio e sequestrato alla frontiera. Nella quotidiana guerra mediatica, Kiev ha esibito quella che, se confermata, sarebbe la prima prova del coinvolgimento delle forze regolari russe nel conflitto: due blindati della divisione aviotrasportata di Pskov, con una patente di guida e vari documenti militari, come ha reso noto Andrei Lisenko, un portavoce militare ucraino. Mosca ha replicato con ironia: ”difficile capire perchési trasporta una tale biblioteca in un blindato”, “E’ la millesima prova ucraina”, ha ribattuto il ministero degli esteri. ”Un futuro fatto incontrovertibile – sarà il sequestro di un kalashnikov e di una bomba a mano F-1 nel corso di aspri combattimenti, assieme a diari personali di soldati russi”, gli ha fatto eco il portavoce del ministero della Difesa russo, generale Igor Konashenkov. Mentre il bollettino di guerra si aggrava – sono morti altri 5 soldati, 21 feriti – il governo di Kiev sembra sembra più debole. Dopo le critiche del premier Iatseniuk, ha lasciato il ministro chiave dell’economia Pavlo Sheremeta (formatosi negli Usa) con parole che pesano come un macigno: “Invece di lottare contro il sistema di ieri, ho deciso di lavorare con gente che vuole creare un sistema per il domani”. Sono le seconde dimissioni in settimana, dopo quelle della giornalista e militante Tatiana Ciornovol, che ha denunciato la “mancanza di buona volontà” delle autorità nella lotta alla corruzione, di cui era incarica in seno al governo. Domenica, giorno dell’indipendenza, Poroshenko potrebbe sciogliere una Rada non più rappresentativa e senza maggioranza da quasi un mese, convocando le elezioni per ottobre. Guerra permettendo. (Claudio Salvalaggio/Ansa)

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