Analisti promuovono Draghi, solo rafforzare i provvedimenti già presi

MILANO. – Bene Draghi: il suo discorso a Jackson Hole ha mosso i mercati e ha fatto capire che sta convincendo i componenti più riottosi della Bce (leggi Germania e Austria) ad ampliare gli interventi a sostegno dell’economia. Ma, per ora, può solo rafforzare i provvedimenti già presi a inizio estate mentre i ‘quantitative easing’, cioè le misure non convenzionali definite in gergo “la bomba atomica”, potrebbero essere più vicini, anche se molto difficili da sganciare. Così la vedono gli analisti finanziari attivi sui mercati europei, con i soli economisti della giapponese Nomura che azzardano una previsione, alzando dal 25 al 30% la possibilità di lancio quest’anno dei veri e propri quantitative easing, mantenendo il 45% per il 2015. E la cartina di tornasole per capire se e quando Draghi spingerà sull’acceleratore sarà l’inflazione. O, meglio, il rischio deflazione. “Nel suo discorso americano il presidente della Bce ha citato chiaramente la perdita di una quindicina di punti base d’inflazione – spiega Filippo Diodovich, market strategist di Ig – e interverrà con i Qe solo se il trend sarà confermato”. Per ora si punterà quindi all’ottimizzazione delle manovre già lanciate: le Targeted long term refinancing operations (Tltro, di fatto iniezioni di liquidità) e gli acquisti di titoli cartolarizzati Asset backed securities (Abs). Varare veri quantitative easing è comunque difficilissimo, a partire dagli ostacoli anche costituzionali per diversi Paesi europei. Si tratterebbe infatti dell’acquisto massiccio di titoli (ipoteticamente non solo di Stato) con denaro di nuova emissione. In realtà in passato la Bce ha già intrapreso questa strada: nel 2010-2011 con il famoso acquisto dei titoli pubblici sul mercato secondario, ma in quel caso l’immissione di liquidità fu sterilizzata, mentre ora l’arma nucleare per non far avvicinare l’inflazione all’1% non lo può prevedere. Gli analisti di Barclays vedono nel discorso di Draghi un altro passo verso il “gradino” dal quale lanciare i Qe, quelli di Citigroup stimano in mille miliardi di euro il possibile programma della Bce e, tra le loro ipotesi, lo anticipano a dicembre. Comunque c’è tempo: tutti – analisti e operatori – guadano alla prossima riunione del board di Francoforte del 4 settembre, che potrebbe decidere un nuovo allentamento dei tassi, anche ampliando i ‘negativi’ sui depositi. Con un chiaro obiettivo su cui insistere a breve: un ulteriore restringimento del gap tra il supereuro e un dollaro ancora troppo debole. (di Alfonso Neri/ANSA)

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