Afghanistan: elezioni, profonda crisi. Abdullah blocca scrutinio e Kerry manda il suo inviato

KABUL. – Il processo elettorale per stabilire chi sarà il successore del presidente afghano Hamid Karzai è entrato nuovamente in una fase di profonda crisi, tale da costringere uno sbarco precipitoso a Kabul in giornata dell’inviato statunitense nella regione Dan Feldman. L’elemento che ha scatenato le nuove tensioni è stata la decisione del candidato Abdullah Abdullah di bloccare ancora una volta lo spoglio degli 8,1 milioni di voti espressi nel ballottaggio a cui ha partecipato con Ashraf Ghani, giustificando il suo gesto con la mancanza di obiettività nella verifica dei brogli sulle schede elettorali. Il capo degli osservatori di Abdullah, Fazal Ahmad Mawani, aveva già avvertito che a suo avviso sia la Commissione elettorale indipendente (Iec) sia la Missione delle Nazioni Unite per l’assistenza all’Afghanistan (Unama) favoriscono di fatto gli interessi di Ghani. Il lavoro di scrutinio a questo punto si è interrotto e sono invece cominciati incontri a tutti i livelli, promossi anche dal presidente Karzai che si è incontrato per la terza volta in due settimane con Abdullah e Ghani. Da parte sua il vice responsabile dell’Unama, Nicholas Haysom, si è rammaricato per l’annuncio di Abdullah, ma ha poi sostenuto che le operazioni di scrutinio debbono continuare fino alla fine. “Questo avverrà – ha rivelato – ora senza la presenza degli osservatori delle due parti”. Intanto la presenza di Feldman a Kabul è stata confermata da un comunicato del Dipartimento di Stato, in cui si precisa che il diplomatico statunitense ha incontrato i due candidati al ballottaggio insistendo sulla “necessità di concludere il processo elettorale in tempi giusti ed in un modo che onori i milioni di voti espressi dagli afghani”. Questo, ha aggiunto, “per dare legittimità ad un nuovo governo di unità nazionale che possa guidare un Afghanistan sovrano, unificato e democratico”. Già settimane fa il Segretario di Stato americano John Kerry era intervenuto nella mediazione proponendo che Abdullah e Ghani, dopo l’ufficializzazione del nuovo presidente, accettassero la costituzione, un governo di unità nazionale e l’assegnazione allo sconfitto del ruolo di “chief executive” governativo. Iniziato in aprile, il processo di scelta del nuovo capo dello Stato ha subito numerosi ritardi ed ora Karzai ha chiesto che il secondo scrutinio dei voti termini entro la fine di agosto o al massimo entro il 2 settembre. Questo perché al vertice Nato previsto per il 4 settembre in Gran Bretagna sull’Afghanistan possa andare un capo dello stato afghano nel pieno delle sue funzioni.

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