Renzi, al via il programma dei mille giorni: “Passo passo, scardiniamo il sistema”

ROMA. – Nessuna sorpresa, come il carretto dei gelati dentro Palazzo Chigi, anche se non si è affatto pentito del gesto, replica infastidito lasciando a tarda notte il consiglio europeo dal quale l’Italia esce con la nomina di Federica Mogherini a Lady Pesc. Matteo Renzi domani alza il sipario sui mille giorni, il programma di legislatura con cui vuole cambiare ritmo ma non obiettivo. Passo dopo passo, il premier punta a “scardinare il sistema”, far uscire il paese dalla recessione e far tornare “l’Italia ad essere leader In Europa”. Il premier torna molto soddisfatto dal vertice europeo: la scelta, niente affatto scontata fino ad un mese fa, del ministro degli esteri italiano ad Alto Rappresentante, rafforza a suo avviso l’Italia. E soprattutto, ripete ai suoi, “ci attribuisce un ruolo e una responsabilità importante” nella “nuova” Europa che Renzi vuole costruire. Al centro della rinascita europea, c’è la battaglia sulla flessibilità e anche ieri, alla cena dei capi di stato e di governo europei, Renzi ha capito che sarà molto arduo ammorbidire i rigoristi, Germania in primis. Proprio per avere voce più alta in Europa domani il presidente del consiglio fa partire il countdown dei mille giorni, illustrando in una conferenza stampa, interventi, riforme e tempi dell’azione di governo. “Sarà un lavoro articolato, sereno, passo dopo passo ma scardineremo il sistema”, spiega ai giornalisti lasciando Bruxelles. Non un nuovo corso dell’azione di governo, ma un lavoro più puntuale per portare a termine le riforme già messe in cantiere e concentrare le energie sui temi che sono “il problema N.1”: lavoro e crescita. Smentendo chi gli attribuisce a giorni alterni il retropensiero delle urne anticipate, Renzi vuole imprimere un altro passo a sei mesi dal suo avvio. “I mille giorni – chiarisce il sottosegretario Graziano Delrio – non rappresentano un rallentamento, ma il tempo per far atterrare le cose nella vita quotidiana delle persone. Non abbiamo mai promesso di cambiare il paese in trenta giorni”, dice rispondendo così anche alle esortazioni del presidente di Confindustria, Squinzi. Entro l’anno, dunque, il governo punta ad approvare la riforma del lavoro, molto attesa sia dalla Ue sia da Mario Draghi, per creare, anche riscrivendo lo Statuto dei lavoratori, nuove occasioni di lavoro. Al fianco delle riforme costituzionali, già messe sui binari, il governo si concentrerà sulla crescita, creando le condizioni per rendere l’Italia più attrattiva agli investitori stranieri. “Facciamo sul serio altro che annunci”, si sfoga con i suoi il premier che difende a spada tratta il lavoro fatto nel consiglio dei ministri della ripresa. “Abbiamo fatto un lavoro molto serio – sostiene – per tratti inedito nella storia della Repubblica italiana. Le critiche dell’Ance sono facilmente fugabili: le risorse fresche sono molto più di 3 miliardi. E non sono d’accordo con le critiche di Legambiente: se c’è petrolio in Basilicata sarebbe allucinante, soprattutto in questa situazione internazionale, rinunciarvi”. Ed è anche per rivendicare i risultati dell’azione di governo, alla faccia di gufi e frenatori, oltre che per stare a contatto con il paese reale che Matteo Renzi, a quanto si apprende, sta pianificando un nuovo tour in Italia sulla scia delle visite dell’ultimo mese a Bagnoli e Termini Imerese. (di Cristina Ferrulli/ANSA)

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