La Bce rafforza lo scudo deflazione, più vicini gli acquisti Abs

FRANCOFORTE – La crescita dell’Eurozona si ferma, l’inflazione frena ancora, e il cielo un po’ cupo di Francoforte ricorda ai banchieri della Bce, riuniti nel primo consiglio dopo la pausa estiva e chiamati a decidere sulla politica monetaria, che i problemi sono ancora tutti lì sul tavolo e che l’autunno incipiente non concederà sconti. E’ in questo clima che Mario Draghi si appresta a presiedere una riunione circondata da attese elevatissime, dopo la sua promessa fatta al simposio americano di Jackson Hole, appena due settimane fa, di usare “tutti gli strumenti disponibili” contro il rischio di ritrovarsi con un’ Eurozona simile al Giappone, monito globale di due decenni perduti sotto il peso della deflazione e della stagnazione economica.

Quanto il consiglio direttivo sarà in grado di soddisfare queste attese, nutrite dalla politica come dai mercati che hanno risposto alle sue parole con un rialzo delle borse e un calo degli spread, resta tutto da vedere. Molti investitori scommettono che prima o poi la Bce tirerà fuori il ‘quantitative easing’, l’acquisto massiccio di titoli di Stato fatto dalla Bce creando moneta fresca. Ma le difficoltà tecniche e quelle politiche con una Germania che guarda con sospetto al finanziamento monetario dei debiti di Italia o Francia, richiedono tempo per essere superate. E’ per questo che fra gli esperti prevale l’opinione che la Bce adotterà un approccio graduale.

Con Draghi chiamato ancora una volta, dopo la promessa di fare “qualsiasi cosa necessaria” che due anni fa salvò l’euro, a un esercizio funambolico: tenere alte le aspettative dei mercati, senza deludere dopo l’impegno assunto. Dopo Jackson Hole, un nulla di fatto completo a Francoforte suonerebbe come una delusione, facendo impennare un euro faticosamente (e solo in parte) svalutato.

Ma i tempi per il ‘QE’ sembrano ancora prematuri nonostante appelli politici e mediatici e nonostante la caduta in recessione e deflazione dell’Italia e la stagnazione che ha fermato Francia e Germania, e che si rifletterà inevitabilmente sulle nuove stime di crescita e prezzi che Draghi snocciolerà ai giornalisti. L’ultimo taglio dei tassi, al minimo record dello 0,15%, risale ad appena tre mesi fa: difficile che la Bce voglia ritoccare ora quello che solo a giugno Draghi ha definito “un limite” ormai raggiunto.

La via d’uscita potrebbe riassumersi in un acronimo: Abs. Si tratta dei titoli (cartolarizzazioni) che impacchettano prestiti a famiglie e imprese. Draghi, nella conferenza stampa, potrebbe fornire dettagli, una scaletta, un programma che avvicinerebbe questa forma di quantitative easing in scala ridotta, che in molti chiamano credit easing. Libererebbe i bilanci delle banche una volta partita la vigilanza unica in capo proprio alla Bce, a novembre. Accompagnerebbe i ‘Tltro’, i maxi-prestiti che fra metà settembre e dicembre andranno alle banche che s’impegnano a prestare all’economia reale e da cui Draghi si aspetta molto. Ma soprattutto, gli Abs avvicinerebbero la Bce a una forma di quantitative easing.

Sullo sfondo c’è la politica. In cui Draghi, un tecnico di formazione divenuto nume tutelare d’Europa, che dopo aver incontrato il premier italiano Renzi e il presidente francese Hollande ha parlato con la cancelliera tedesca Merkel questa settimana, viene risucchiato da quanto è alla guida della Bce.

Il Financial Times parla di un grande “accordo” intessuto dal presidente della Bce su scala europea. Quello appunto delineato a Jackson Hole, e che vedrebbe la Bce impegnarsi fino all’ipotesi estrema del ‘QE’. Ma la banca centrale da sola non puó fare tutto. E dunque il New Deal chiederebbe ai governi di fare la loro parte. Per convincere i governi europei a gettare il cuore oltre l’ostacolo, ragiona il quotidiano inglese, c’è un solo modo: incassare, come due anni fa ai tempi del ‘whatever it takes’, il sostegno “fondamentale” della Merkel. L’emergenza rende evidente la necessità di un cambio di passo, la politica ha passato l’ostacolo delle elezioni europee. Potrebbe succedere, ma intanto, domani, Draghi terrà ancora tutti sulle spine per un po’, magari fornendo un primo assaggio.

 

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