Gli europei credono nell’Unione e chiedono di essere meglio informati

ROMA. – Nonostante tutte le riserve, gli europei continuano a scorgere aspetti positivi dell’integrazione Ue che vorrebbero anche espandere in un corretto bilanciamento tra quello che danno e quello che ricevono dagli altri paesi dell’Unione. Ma vogliono che i media li informino perché dalla loro consapevolezza dipende la vita democratica del continente. Sono queste le conclusioni cui è giunto uno studio dal titolo ‘La promessa dell’Ue’ presentato a Roma. “La gente si sente ancora europea, vede gli aspetti positivi” dell’unificazione Ue e anche “aree per una futura integrazione” più stretta, ha detto Sixtine Bouygues, Direttrice per la comunicazione strategica della Commissione europea sintetizzando questo “eurobarometro qualitativo” condotto per conto dello stesso esecutivo europeo per capire come le persone percepiscano l’Ue e che cosa l’Unione rappresenti per loro. Gli europei pensano che “la democrazia dipende dall’informazione” e i “media sono la chiave” di tutto svolgendo un ruolo “vitale”, ha detto ancora Bouygues illustrando lo studio condotto in sei paesi (Italia, Germania, Danimarca, Portogallo, Finlandia e Polonia). A differenza dei semestrali eurobarometri “quantitativi” rappresentativi statisticamente perché condotti su decine di migliaia di persone con domande definibili “secche”, in questo caso si è trattato di sei approfondite “discussioni di gruppo” con un totale di sole circa 350 persone scelte a caso: divisi fra “pro-Ue”, “neutrali” ed “euroscettici” gli intervistati hanno potuto esprimere “quello che pensano”, ha sottolineato la dirigente della Commissione. “Le aspettative” degli intervistati non riguardano più solo il mero mantenimento della “pace” per cui è nata l’Unione europea ma ora anche la “stabilità finanziaria” in un “bilanciamento fra solidarietà e responsabilità”, ha sintetizzato ancora Bouygues alla presentazione dello studio avvenuta al Museo Maxxi della capitale nell’ambito di un “keynote event” (“evento di spicco”) della presidenza italiana dell’Ue organizzato dalla Commissione europea e dal Dipartimento politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione, fra l’altro, con Formez. Tra gli aspetti negativi dell’appartenenza all’Ue, lo studio evidenzia “il numero eccessivo di normative” comunitarie e l’ “intromissione” di Bruxelles in questioni nazionali. Nel complesso però, secondo “la maggior parte dei partecipanti” alle discussioni “i benefici dell’Ue superano gli aspetti negativi”. Dopo un saluto della presidente del Maxxi, Giovanna Melandri, i lavori dell’evento sono stati aperti da sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, e si articolano in sei gruppi di lavoro presieduti fra gli altri dal direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, dall’economista Jean Paul Fitoussi e dall’ex-ministro del lavoro Enrico Giovannini. Come è stato annunciato dal podio, i gruppi sono stati chiamati a produrre “proposte” di “orientamento” per l’integrazione europea. (Rodolfo Calò/Ansa)