Nel 2013 nel mondo 232 milioni di migranti

CITTA’ DEL VATICANO. – Nel 2013, al livello globale, vi erano circa 232 milioni di migranti internazionali (il 3,2 per cento della popolazione mondiale), un numero che è aumentato di oltre 77 milioni, pari un incremento del 50%, tra il 2000 e il 2013. Tra questi, circa il 59% (136 milioni) abita nelle regioni sviluppate del globo, mentre le regioni in via di sviluppo ospitano circa il restante 41% (96 milioni di migranti). Sono le cifre che descrivono il fenomeno migratorio, sulla base di dati delle Nazioni Unite, diffuse dal Vaticano in concomitanza con il Messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2015. Dei circa 136 milioni di migranti internazionali che abitano nel Nord del mondo, circa 82 milioni (pari al 60%) sono nati in un Paese in via di sviluppo, mentre i restanti 54 milioni (ossia il 40%) sono nati in un altro Paese del Nord. Dei circa 96 milioni di migranti internazionali che abitano nel Sud del mondo, circa 82 milioni (86%) sono nati nel Sud del mondo, mentre i restanti 14 milioni (14%) provengono dal Nord. Quanto alle zone di partenza dei migranti internazionali, l’Asia è il primo continente della lista con circa 92.500.000 persone emigrate, seguito poi dall’Europa (58.400.000 persone), dall’America Latina e Caraibi (36.700.000 persone), e dall’Africa (31.300.000 persone). In coda, vi è l’America del Nord con circa 4.300.000 persone emigrate e l’Oceania con un numero di 1.900.000 migranti. Dal punto di vista del continente/regione di destinazione, il primo posto spetta all’Europa, dove ora si trovano circa 72.400.000 migranti (prima nazione europea come meta di arrivo è la Germania); seguita poi dall’Asia con circa 70.800.000 immigrati e dall’America del Nord con circa 53.100.000 immigrati (gli Stati Uniti sono in testa alle mete di arrivo con 45,8 milioni di persone). Gli ultimi posti nell’elenco sono occupati da Africa (18.600.000), America Latina e Caraibi (8.500.000), e infine l’Oceania con 7.900.000 immigrati. I flussi migratori tendono, quindi, a recarsi verso i Paesi del Nord del mondo, però, la migrazione verso il Sud, tuttavia, non è un fatto da sottovalutare né trascurare. Vi sono anche due altre caratteristiche delle migrazioni moderne che, dal punto di vista della pastorale della Chiesa, hanno un significato rilevante. La prima, notata dal World Migration Report 2013 dell’Organizzazione Mondiale per la Migrazione (Oim), è che la maggioranza dei migranti nel mondo sono uomini, tranne il caso lungo l’asse Nord-Nord, dove la migrazione è a maggioranza femminile. La seconda, anch’essa evidenziata dallo stesso rapporto, è che vi è una migrazione sempre più giovane nel Sud del mondo. Un ultimo aspetto rilevante riguarda l’età dei migranti, con una continua crescita dei minori. Lo stesso accade – come ha fatto notare in conferenza stampa monsignor Joseph Kalathiparambil, segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti – tra rifugiati, richiedenti asilo e sfollati, il cui numero per la prima volta dalla seconda guerra mondiale ha superato la soglia dei cinquanta milioni. Tra questi oltre la metà sono bambini.

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