Ebola: il virus uccide 200 persone al giorno

ROMA. – Oltre 200 morti al giorno. Il virus ebola infuria in Africa occidentale e, finora, nessuna delle misure messe in campo è riuscita frenarne la diffusione: c’è il rischio di una ”catastrofe umanitaria”, avverte il presidente Usa Barack Obama, mentre i presidenti di Liberia e Sierra Leone definiscono l’epidemia in atto una minaccia ”peggiore del terrorismo”. L’ultimo bilancio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) conferma la drammaticità della situazione: al 21 settembre, si registrano 2.917 morti e 6.263 casi. I Paesi più colpiti restano la Guinea (1.022 casi, 635 morti), la Liberia (3.280 casi, 1.677 morti) e la Sierra Leone (1.940 casi, 597 morti). Casi sono stati segnalati anche in Nigeria (20, 8 decessi) e Senegal (1, 0 decessi). Riguardo a questa emergenza ormai ‘planetaria’, Obama ha pronunciato parole forti dinanzi all’assemblea generale dell’Onu: ”Se l’epidemia non sarà fermata potrebbe esserci una catastrofe umanitaria” nelle aree più colpite, e ”in un’era in cui le crisi regionali possono rapidamente diventare minacce globali, fermare l’ebola è interesse del mondo intero. E’ una minaccia alla sicurezza regionale e globale”. Ed ancora: il presidente ha sottolineato che fermare il virus ”è una priorità degli Usa” ma ”deve anche essere una priorità del mondo. Le organizzazioni internazionali – ha aggiunto – devono muoversi più velocemente e mobilitare altri partner”. Parole dure anche quelle del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon: ”Ebola uccide oltre 200 persone al giorno, due terzi delle quali sono donne”, ha detto, rendendo poi omaggio ai 300 operatori sanitari morti a causa del virus. In alcuni casi però, ha rilevato, ”i programmi locali stanno portando risultati promettenti. C’è una enorme spinta politica perché le Nazioni Unite guidino la risposta internazionale a Ebola, e l’organizzazione internazionale eserciterà questo ruolo”. E un appello a ”fare ancora di più” è stato lanciato anche dal direttore dell’Oms, Margaret Chan. Invito che ha già trovato una prima risposta: la Banca Mondiale stanzierà infatti altri 170 milioni di dollari (oltre ai 230 mln già approvati) per aiutare i paesi africani colpiti. I fondi verranno usati per aumentare il numero dei lavoratori sanitari impegnati in Liberia, Guinea e Sierra Leone. Misure fondamentali se si considera, avvertono Centers for Disease control di Atlanta, che in Liberia solo il 18% dei malati è curato in ospedale: mancano i letti e molte persone muoiono a casa, aumentando così il rischio di contagio. Intanto, in Africa le autorità cercano di frenare l’avanzata del virus anche ricorrendo a misure ‘estreme’, e adesso il governo della Sierra Leone ha ordinato il confinamento immediato alla popolazione di tre regioni e 12 province a tempo indeterminato al fine di contenere la diffusione dell’epidemia. Il provvedimento riguarda circa 1,2 milioni di persone. Una nuova vittima si registra anche in Occidente: il medico missionario spagnolo Manuel Garcia Viejo, colpito da Ebola, è morto a Madrid, dove era ricoverato da lunedì, dopo il rimpatrio dalla Sierra Leone. Si tratta della seconda vittima dell’ebola in Spagna. E’ stato invece dichiarato guarito il medico americano Rick Sacra, infettato da ebola in Liberia: rimpatriato in Usa, è stato trattato con un siero sperimentale ad oggi ‘segreto’. E’ il secondo medico americano guarito dal virus.

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