Crisi: salari fermi. Calano le vendite al dettaglio

ROMA. – Non si arresta l’ondata di dati economici negativi. I salari non crescono per due mesi consecutivi e non va meglio nemmeno per le vendite al dettaglio. Lo rileva l’Istat, spiegando che ad agosto, l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie resta invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,1% rispetto ad agosto 2013. Nulla è cambiato in confronto ai dati pubblicati a luglio: la crescita annua dei salari continua a essere la più bassa almeno da 32 anni, ovvero dal 1982, data d’inizio delle serie ricostruite. Intanto alla Camera primo sì al progetto di legge sugli orari di apertura dei negozi. Il testo, che ora passa al Senato, apporta alcune limitazioni alla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali che, per sei giorni festivi all’anno dovranno essere chiusi. Ristretto inoltre alle microimprese l’accesso a un fondo ad hoc (con dotazione di 18 milioni di euro fino al 2020) per sostenere spese di ristrutturazione e ampliamento delle attività, ma anche per quelle bancarie o per il pagamento “tramite moneta elettronica”, ovvero per il Pos. Per quanto riguarda i consumi, “la situazione resta grave”, dichiara Confesercenti, commentando i dati sul commercio. Secondo l’Istat , infatti, il commercio a luglio segna una “lieve contrazione” (-0,1%) rispetto al mese precedente e una flessione più importante (-1,5%) sullo stesso periodo del 2013. Le variazioni annuali negative sono state registrate sia per le vendite di prodotti alimentari (-2,5%), sia per gli altri (-1%). Proprio il primo dato spaventa il Codacons che parla di una vera e propria “emergenza nazionale”. Sull’efficacia dei saldi e del bonus degli 80 euro – nel mese di luglio già nelle tasche degli italiani da due mesi – il presidente Carlo Rienzi commenta: “Si sono rivelati un colossale flop, incapaci di avere il benché minimo effetto sul commercio”. La ripresa è lontana e gli 80 euro da soli non producono effetti positivi anche per Federdistribuzione, che chiede al governo: “Un programma di riforme economiche che promuova liberalizzazioni e semplificazioni”. Dall’epidemia di segni meno riescono a salvarsi solamente i discount che aumentano le vendite dell’1,7%, a differenza di supermercati e ipermercati (rispettivamente -2,9% e -2%). Secondo l’Istat, le vendite della grande distribuzione segnano una flessione dello 0,9% e quelle dei piccoli negozi un calo del 2% rispetto al luglio 2013. Un altro dato positivo però c’è. L’unico gruppo di prodotti a realizzare un aumento degli affari rispetto allo scorso anno è quello di “giocattoli, sport e campeggio” che a luglio segna un +1,2%. I problemi però non mancano nemmeno all’Istat, dove la pubblicazione dei comunicati è stata rimandata a causa dell’occupazione della sala stampa da parte dei lavoratori precari. Sono 372 i dipendenti dell’istituto attualmente in servizio con contratti a termine e chiedono all’amministrazione: “Ordinarietà delle attività che li vedono impiegati, continuità nel tempo, riduzione del bacino di precariato e riconoscimento dell’attuazione dell’art 5 comma 2 del CCNL 2002/2005”.

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