Renzi esordisce all’Onu: “Il Mediterraneo non sia un cimitero”

NEW YORK – Come era successo per l’esordio da premier in Parlamento, anche davanti ai 120 capi di stato e di governo, riuniti all’Assemblea Generale dell’Onu, Matteo Renzi non tradisce l’emozione della prima volta alle Nazioni Unite. In 15 minuti di discorso, cita i due toscani Giorgio La Pira e Niccolò Machiavelli e indica le priorità: la guerra all’Isis, “minaccia per l’umanità”, il nuovo conflitto in Ucraina e l’antico scontro tra Israele e Palestina, ma anche la Libia e il dramma dell’immigrazione con l’Italia in prima fila nel salvare 80mila persone perchè non sia “un cimitero di dispersi”.

Il presidente del consiglio ha un testo scritto ma va molto a braccio quando sale sul podio su cui si alternano i Grandi del Mondo. Per dimostrare di credere nelle Nazioni Unite nonostante, affermi, una riforma sia “urgente”, Renzi cita subito Dag Hammarskjold, il secondo segretario generale dell’Onu.

– Diceva che il vero senso di responsabilità è quello rivolto al futuro – esordisce il premier ammettendo che “il futuro oggi somiglia terribilmente ad una minaccia mentre deve tornare ad essere una promessa”.

La politica, sostiene con forza il presidente del consiglio, “è l’unica via di uscita dalle crisi”, per risolvere i molti focolai di guerra aperti nel mondo. In particolare Renzi mette l’accento sui conflitti aperti nel Mediterraneo. A partire dalla Libia che “deve rivestire priorità altissima per le proprie ripercussioni vaste e gravi nell’area”.

Il premier mette in guardia dal rischio di sottovalutazione della situazione in Libia così come chiede un maggior impegno di tutti, a partire dall’Europa, per affrontare il dramma delle carrette del mare nel Mediterraneo.

– Il Mediterraneo è il cuore dell’Europa e non il cimitero dei dispersi – sostiene chiamando tutti ad assumersi la propria responsabilità. L’unità dell’Onu è anche il modo per riuscire a fermare “il genocidio” provocato dallo Stato Islamico. Renzi racconta il dolore e la sofferenza incontrati, nella sua missione lampo ad agosto, ad Erbil, e assicura “il sostegno italiano, nel rispetto della Carta Onu e delle prerogative del Parlamento, all’iniziativa della coalizione internazionale”.

Fermezza ma anche diplomazia è invece l’approccio dell’Italia nel conflitto aperto in Ucraina. Per il presidente del consiglio bisogna tenere insieme il diritto all’integrità dell’Ucraina “di fronte ad un’aggressione che ne ha violato l’integrità” e contemporaneamente “il superamento delle tensioni con la federazione russa che mi auguro possa tornare ad esercitare il ruolo di attore globale”.

Ma il premier non parla solo delle strategie per cercare di riportare la pace. Mette con forza l’accento sull’uguaglianza di genere come “scelta precisa da attuare” e sulla “priorità delle priorità”: l’educazione. Sulla “buona scuola” Renzi sta provando ad investire in Italia e davanti alle Nazioni Unite chiede “un gigantesco investimento sulla formazione delle giovani generazioni”. E forse sono stati proprio questi due riferimenti, il ruolo delle donne e l’importanza dell’educazione, ad aver spinto, secondo quanto raccontano fonti della delegazione italiana, molte funzionarie dell’Onu a cercare un selfie con il premier italiano alla fine del discorso.

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