Ucraina: Abbattuta statua di Lenin. Scontri e morti a est

MOSCA. – Tregua a rischio nell’est ucraino: nelle ultime 24 ore sono stati uccisi nove soldati e tre civili a Donetsk, dove i ribelli filorussi hanno tentato per l’ennesima volta di conquistare l’aeroporto locale, ancora in mano a Kiev, e le forze ucraine hanno risposto con colpi d’artiglieria contro la città roccaforte dei ribelli. Ma poco lontano, 200 km circa a nordest, si è combattuta un’altra guerra, simbolica: quella contro i monumenti russi e sovietici, in un tardivo sussulto nazionalistico in odio a Mosca. A farne le spese è stata la statua di Lenin più grande del Paese, abbattuta da qualche centinaio di persone nella piazza centrale di Kharkiv, seconda città dell’Ucraina con 1,5 milioni di abitanti, prevalentemente estranei a pulsioni secessioniste ma in gran parte russofoni. Eretto nel 1963, il busto, alto 8,5 metri su un piedistallo di granito rosso alto 12, era diventato oggetto di discordia tra i cittadini dopo la violenta protesta del Maidan contro il presidente Viktor Ianukovich. Protesta che aveva portato alla demolizione a Kiev della principale statua di Lenin, la prima di una lunga serie in una ondata iconoclasta anti russa abbattutasi anche sul busto di Mikhail Kutuzov, il generale zarista che sconfisse Napoleone. Adesso è toccato anche all’enorme bronzo del padre della rivoluzione di ottobre in piazza della libertà a Kharkiv, dove si erano radunate migliaia di persone a sostegno dell’unità del Paese, tra cui ultrà del locale club di calcio. Dopo due ore di lavoro con una sega elettrica per tagliare le gambe al leader bolscevico, la statua è stata legata con alcune funi e abbattuta tra le urla della folla, che si è precipitata a raccogliere qualche frammento come souvenir. Protagonisti dell’azione estremisti di destra incappucciati. La polizia ha aperto un’inchiesta per vandalismo, che però è stata chiusa immediatamente dopo che il governatore della regione, Igor Baluta, fedele a Kiev, ha firmato un ordine retrodatato per demolire il monumento. Il placet era arrivato dal ministero dell’interno, Arsen Avakov, in questi termini: ”Lenin? lasciatelo cadere. Purché nessuno rimanga ferito e questo sanguinario idolo comunista non aggiunga altre vittime al suo bilancio quando cade”. Poche ore dopo, il blitz è stato emulato da sconosciuti a Dergacì, nella stessa regione contro un altro monumento. Il sindaco di Kharkiv, Ghennadi Khernes, ha promesso di restaurare la statua o di rifarla, ma il partito nazionalista Svoboda lo ha già diffidato. Immediate le reazioni dei comunisti ucraini e russi, che hanno paragonato l’episodio ai “film di zombie dove il virus si propaga rapidamente”. Mosca tace, anche se in passato aveva condannato analoghi raid come ”azioni barbare russofobe” che rischiano di attizzare il fuoco in un Paese già diviso tra filo-occidentali e filo-russi. Nelle vicine regioni di Donetsk e Lugansk si prova intanto a creare una zona cuscinetto di 30 km sulla linea di contatto tra l’esercito e i ribelli, ma la tregua è spesso violata. Nelle ultime 24 ore – stando ai bollettini di Kiev – sono morti nove soldati e 27 sono rimasti feriti, mentre il sindaco di Donetsk ha diffuso un bilancio di tre civili uccisi e cinque feriti, contro un bollettino più alto dei separatisti (6 civili morti e 18 feriti) dal fuoco dell’artiglieria ucraina. Delegazioni di militari ucraini e russi si sono incontrate nel week end vicino a Donetsk, in una zona controllata da Kiev. “Li convinceremo, a ragionare”, ha assicurato il capo della delegazione russa, generale Aleksandr Lentsov, vice comandante delle truppe di frontiera, riferendosi ai ribelli più irriducibili. Ma l’esercito ucraino, che è pure affiancato da milizie paramilitari, ha denunciato l’esistenza fra gli insorti di ”gruppi non sottomessi ad alcuna autorità, che agiscono come vogliono e bombardano le nostre posizioni”. (Claudio Salvalaggio/Ansa)