La crisi colpisce anche il mercato del falso

ROMA. – La crisi non risparmia proprio nessuno: negli ultimi anni infatti anche i falsari hanno dovuto abbassare i prezzi per continuare a vendere, con un valore medio dei beni sequestrati che è sceso del 17,7% tra il 2008 e il 2012, passando da 13 a 10,7 euro. Lo rileva un’indagine sulla contraffazione realizzata dal Censis e dal Ministero dello Sviluppo economico riferita a dati del 2012. Nonostante il calo dei prezzi comunque il mercato dei falsi continua ad avere un giro d’affari di oltre 6,5 miliardi di euro, era di 7,6 nel 2008, e a creare un danno per l’erario di quasi 5,3 miliardi. Lo studio stima inoltre che se questi beni fossero realizzati legalmente porterebbero a 17,7 miliardi di produzione aggiuntiva e 6,4 di valore aggiunto, dando lavoro a 105 mila persone. Il settore dove la contraffazione va per la maggiore resta quello dell’abbigliamento e delle calzature con un valore di 2,2 miliardi, il 34% del totale, seguito da quello dei cd, dvd e software per 1,7 miliardi e quello alimentare con poco più di un miliardo. Il calo del fatturato non deve però illudere perché, sottolinea lo studio, “non è in diminuzione la contraffazione e l’abitudine dei consumatori ad acquistare merci false ma si è verificata una flessione dei prezzi, per andare incontro alle ridotte disponibilità di spesa dei clienti”. Il mercato illegale quindi nonostante gli sforzi, non si riduce ma riflette l’economia nazionale: le prime spese che una famiglia taglia infatti sono quelle per i beni di lusso, come dimostrano gli orologi e i gioielli falsi che hanno perso il 20% del fatturato. Cala anche il settore maggiore, quello dell’abbigliamento, che ha perso il 14,8% del valore. Come nei mercati legali, dunque, si registra un “effetto deflazione dei prezzi” per cui a un abbassamento della qualità della merce venduta per strada corrisponde un calo dei prezzi, ma nel settore dei falsi questo può comportare un ulteriore aumento dei rischi per i consumatori che non hanno alcune garanzia su materiali e processi produttivi. “Per combattere questo fenomeno – ha detto il sottosegretario allo sviluppo economico, Simona Vicari – serve una politica europea comune perché se in Inghilterra o Olanda non fanno gli stessi controlli che facciamo noi è inutile. Dal punto di vista interno invece stiamo studiando proposte normative per rafforzare il reato di contraffazione aumentando pene e sanzioni”.