Incontro Renzi-Hollande-Merkel. Al vertice su lavoro nodo flessibilità

ROMA. – A Milano domani sul tavolo c’è ‘l’emergenza delle emergenze’, l’occupazione, sopratutto quella giovanile, con numeri da capogiro di senza lavoro in Europa. Ma l’incontro meneghino che vedrà riuniti i leader europei sarà anche, e soprattutto, l’occasione per il primo faccia a faccia tra Matteo Renzi, Francois Hollande e Angela Merkel dopo il gelo degli ultimi giorni. Un incontro potenzialmente ad alta tensione tra quello che l’Economist ha ribattezzato il ‘Vallenzi’ (il nuovo asse Roma-Parigi pro-crescita e flessibilità) e la cancelliera tedesca. Lavoro e occupazione – si parlerà di ‘garanzia giovani’ Ue e strumenti per potenziarla – passano infatti per crescita e investimenti. E le posizioni, come le battute e le frecciatine rimbalzate negli ultimi giorni tra le cancellerie di Roma, Parigi e Berlino hanno dimostrato, restano lontane. Anche in vista di quel piano Juncker per la crescita che sarà al centro dei prossimi vertici Ue. Con la Merkel, da un lato, che continua sulla strada del rigore. E dall’altro, Parigi che ha già annunciato lo sforamento del 3% anche per l’anno prossimo e continua a spingere per avere spazi di manovra. Mentre Roma, se assicura il rispetto del vincolo, è pronta a utilizzare tutto il potenziale che ha guadagnato nel rapporto deficit-Pil per avere a disposizione risorse con cui dare ossigeno all’economia. La conferenza di Milano – non un vero e proprio vertice, si tiene a precisare – sarà il terzo incontro, a livello di capi di stato e di governo, sull’occupazione (dopo Berlino e Parigi nel 2013) e probabilmente rischia di lasciare deluso chi si attende una ‘ricetta’ chiavi in mano per il lavoro. Ma diventa cruciale per cercare di capire i futuri rapporti di forza europei, al di là delle indiscrezioni e presunte ‘ripicche’ (peraltro smentite) di conferenze stampa separate o partenze anticipate della Merkel. Il nodo è e resta politico, tutto incentrato sulla flessibilità. Per affrontare quello che il responsabile delle politiche europee, Sandro Gozi, ha definito un “flagello”, fatto di milioni di europei senza lavoro, serve anche una politica che passi per le politiche di bilancio. Perché se per far ripartire il mercato del lavoro servono le riforme – e questo sarà, è scontato, il leit motive di Renzi che mercoledì presenterà ai leader il suo ‘jobs act’, sperando anche di arrivare a Milano con un passo avanti nell’iter parlamentare – è vero che queste non producono effetti nel breve, ma nel medio lungo periodo. E l’Ue deve trovare, nel frattempo, il modo per sostenere crescita e investimenti. A Milano probabilmente mancherà una importante gamba del tavolo, la Gran Bretagna (voci, per ora non confermate, parlano della possibile assenza di Cameron, impegnato in questioni interne). Ma sarà certamente una prova generale, anche se informale, di quello che sarà il seguito del confronto, e forse lo scontro, sul piano Juncker per la crescita – investimenti pubblici e privati per 300 miliardi di euro in tre anni – al centro dei prossimi consigli Ue, quello di ottobre e poi quello di dicembre, e dell’Eurosummit di fine mese. Con Valls e Parigi che spingono l’acceleratore e Renzi che, da sempre, non è disposto a mollare e rinvia al mittente le ‘lezioni’ di Frau Angela sui compiti a casa.

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